Eutanasia: ricordare Welby.

Welby
La vicenda di Piergiorgio Welby è un caso emblematico che ha suscitato un ampio dibattito etico e giuridico in Italia, ponendo questioni fondamentali riguardo al diritto di autodeterminazione e all'eutanasia. Welby, affetto da distrofia muscolare progressiva, viveva attaccato a un respiratore artificiale dal 1997. Nel 2006, dopo anni di sofferenze e limitazioni, decise di chiedere di poter porre fine alla propria vita in modo dignitoso.

Welby non doveva essere strattonato, invece lo hanno (in piccolissima parte anche noi) fatto diventare un fenomeno mediatico. Un solo uomo al centro dell’attenzione. Scusatemi ma non mi convince: periodicamente nel nostro paese ci sono dei fatti specifici che devono catturare la nostra attenzione. Non mi convince per i seguenti motivi:

– se Welby avesse voluto avrebbe staccato lui (o la moglie) la spina (sarebbe stato suicidio, quello che molti fanno, coi metodi più vari, venendo inseriti in una lunga lista di persone “depresse”, problematiche e via elencando…); sappiamo che sarebbe possibile anche in una situazione di relativo controllo come la sua;

– egli, invece, ha cercato il coinvolgimento della politica perché stava conducendo una battaglia “anche per gli altri”. I “diritti civili” e nella fattispecie l’eutanasia (non si parla di diritti sociali, economici, politici) sono l’unica vera priorità del nostro paese? Io non lo credo.

– secondo me le posizioni favorevoli all’eutanasia, sono troppo sbrigative e non approfondite: tutto si riconduce alla “libertà individuale”, come se, in assoluto, essa fosse realizzabile. Come se fare ciò che si vuole della propria vita sia un valore da difendere sempre e comunque: peccato che viviamo in una società organizzata e, quindi, le “tue decisioni riguardano anche me e ne subisco (anche in piccola parte) le conseguenze”;

– non dimentichiamo che fra i diritti civili e nel progetto di modernizzazione della vita sociale del nostro paese, gli stessi attori politici che si fanno promotori di questa lotta, sono stati periodicamente i promotori di un modello sociale “americano” e “disinibito” che la dice lunga sulla concezione di società e diritti civili che essi hanno.

– che la Chiesa abbia degli atteggiamenti discutibili e rompa le scatole su molte cose sono d’accordo. Non sono credente anche se mi interesso alla cultura cattolica. Bisogna però ricordare che il potere della Chiesa è oggi solo (per una minoranza di persone) morale. Il “potere laico” dello Stato, invece è armato e, in linea concreta, assai più pericoloso di quello esercitato….spiritualmente. Di fatto la Chiesa non è in grado di imporre nulla se non sul piano morale per una minoranza di persone, perchè, invece, la maggioranza pensa a tutt’altro e quand’anche andasse in Chiesa la domenica, non applicherebbe se non per sbaglio i dettami religiosi.

– la posizione ferma dei cattolici è speculare a quella dei radicali, che non mi sembrano molto propensi alla discussione. Sono due entità che non dialogano.

– per quanto riguarda il ruolo dei parlamentari, credo che inseguano il consenso e, notoriamente, il cattolicesimo contemporaneo – non per forza propria, ma per manchevolezza degli altri – ha una rete di associazioni, volontari, parrocchie attive, che fanno la differenza nella creazione del consenso stesso e muovono dei voti. Dopodiché, questi voti non necessariamente significano coerenza coi contenuti del cattolicesimo.

– sul Bushismo e il puritanesimo che è stato chiamato in aiuto dai contrari all’eutanasia, è meglio che non confondiamo le dichiarazioni sostenute da argomenti speciosi, con – invece – gli obiettivi alla conservazione di specifici rapporti sociali e di produzione. Ma ci sono certamente delle correlazioni molto coerenti fra le une e gli altri: al livello della comunicazione e del sistema “dei segni” proprio la contraddittorietà se non addirittura la “sparata impossibile” (così tipiche della società mediatica) non fanno che rimarcare il potere ingiusto, assoluto, anarchico e tirannico.

  • da parte mia, non ho una posizione assoluta e indiscutibile sull’argomento, come invece dimostrano di averla sia i radicali (e chi li segue) che i cattolici. Mi interrogo sui fatti, nulla più. Cerco di uscire dalle secche ideologiche nelle quali ci stanno conducendo i cattolici e i “laici modernizzatori” dall’altra. Questo scontro riflette quello che avviene da ormai diversi decenni tra uno dei vecchi poteri sopravvissuti (quello della Chiesa cattolica romana, appunto) e un nuovo potere che ha riscritto la storia, la cultura, persino l’etica. E non credo che facciamo bene a seguirne tutti gli impulsi falsamente “libertari” e “modernizzatori”.

 

 

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.

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