[Pubblico queste righe di Vincenzo Cerceo sull’ultimo libro di Paolo Ferrero]
Il giorno 10 gennaio del corrente anno, l’ex segretario ed ancora figura di spicco del poco che rimane di Rifondazione Comunista, ha presentato a Trieste il suo ultimo libro sulla figura di Carlo Marx; sotto la copertura di espressi elogi verso il grande personaggio, ecco quali sono stati i concetti sostanziali da lui espressi: in primo luogo, Carlo Marx non può essere considerato come il fondatore del comunismo, in quanto era solo un grande economista che durante questi ultimi due secoli è stato totalmente frainteso da tutti quelli che hanno preteso di ispirarsi a lui, senza eccezione; anche la Rivoluzione d’Ottobre non fu una rivoluzione marxista, ma una rivoluzione per la pace e per la terra; oggi, in fase di totale maturazione del capitalismo, i comunisti devono rinunciare alla ideologia e dedicarsi all’esame dei problemi concreti creati dal capitalismo stesso. Ma come risolverli? La figura a cui fare riferimento è Papa Bergoglio, che sta affrontando tali problemi. Lo scarso pubblico presente all’ascolto del Ferrero-.pensiero non ha fatto una piega, solo uno è uscito per silenziosa protesta dalla sala, segno evidente che i residui di quello che fu Rifondazione Comunista non sono, ormai, più in grado nemmeno di capire ciò che fanno i loro dirigenti. De profundis più malinconico non poteva esistere per un partito che iniziò circa 30 anni fa con prospettive concrete molto valide. Ora ne rimane il cadavere da rimuovere, anche se, purtroppo, il becchino stenta a giungere.
Vincenzo Cerceo.
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