di Sergio Mauri
La dottrina platonica della verità, Heidegger. C’è il pensiero di Heidegger sulla verità e su Platone.
Il mito della caverna, Platone. Mito: mithos, racconto. VII libro de La Repubblica. Platone ha scritto quasi solo dialoghi. Maestro di Platone è Socrate. Scrive sulla struttura della polis in cui ognuno deve avere il suo ruolo. Consiste in dieci libri in totale. All’inizio del VII libro c’è il mito della caverna.
Heidegger legge il mito della caverna, ma non per capire Platone o per capire come dovrebbe funzionare la polis. Heidegger afferma che proprio perché Platone non parla della verità, questo è il suo vero pensiero. Il non detto è il suo vero pensiero.
La filosofia non presenta una continuità analitica rispetto alla vita pratica. In filosofia siamo rivolti agli enti (ens entis, participio presente del verbo essere). Tutto ciò che è sussistenza è un ente, sia esso materiale o non materiale. To agathon: idea di bene. Il bene che i latini hanno definito come il bene sommo. Ente o essente sono tutte le cose, anche quelle non materiali. Le idee non sono sottoposte al cambiamento. L’idea di albero non muta, non si trasforma, non la vediamo con i sensi, la cogliamo per mezzo di un’intuizione intellettuale. Tutti gli enti che partecipano di questo ambito sono, in Platone, idee.
La nostra vita pratica, rivolta agli enti, è in continuità con la specializzazione scientifica. La filosofia non si occupa degli enti, ma degli esseri, dell’essere. Tuttavia, questo non è sufficiente come argomento. La filosofia si occupa dell’essere, le scienze degli enti. Affermazione corretta, ma non sufficiente.
La filosofia si distingue dalle altre scienze perché ci dirotta dai nostri interessi pratici e ci fa rivolgere l’attenzione alla totalità del mondo. Ci distanziamo dall’intelletto comune.
Nietzsche e Heidegger non si sono mai conosciuti. Heidegger scriverà un’opera intitolata Nietzsche dedicata al primo.
I testi che affronteremo ci diranno cosa Nietzsche e Heidegger dicono essere la verità e cosa Heidegger dice intorno a ciò che per Platone è la verità.
Su verità e menzogna in senso extra-morale, Nietzsche. Indicazioni su come egli intende la verità, scritto quando non ancora trentenne. Crepuscolo degli idoli, Nietzsche.
Cosa possiamo dire di Nietzsche? Molto si è detto, ma non è un personaggio sopravvalutato. È un demolitore di luoghi comuni. A un certo punto dirà che la verità è un errore, ma è necessaria ad una certa specie vivente per continuare a vivere.
Anche la questione dei valori è fondamentale in Nietzsche. I valori sono sempre considerati eterni e sopra di noi. Nietzsche ci dimostra che i valori vengono dal basso.
Alfred Baeumler sarà colui che ridarà importanza a Nietzsche nel 1928. Eterno ritorno dell’uguale e volontà di potenza sono i due punti fondamentali del pensiero di Nietzsche.
Il pensiero di Nietzsche verrà acquisito nell’ambito del nazismo, anche grazie alla sorella di Nietzsche, Elisabeth.
Fino al 1954 non ci si confronta da sinistra con Nietzsche. Lo fa quindi Lukacs che pubblica un libro intitolato La distruzione della ragione.
Nel 1960 e per tutti gli anni Sessanta del Novecento comincia un periodo di “rinascita di Nietzsche”. Anche da sinistra si comincia a dialogare con le sue opere. Battaille dialoga con Nietzsche già prima degli anni Sessanta. Nel 1961 viene pubblicato Nietzsche di Heidegger. Nel 1978 viene tradotto da Klossowski. Nel 1962 esce di Deleuze Nietzsche et la philosophie che ci restituisce la volontà di potenza, un’istanza del pensiero di Nietzsche, un modo in cui Nietzsche concepisce un ente nella sua totalità. Tutto ciò che esiste è volontà di potenza. Secondo Heidegger tutta la storia della metafisica termina con Nietzsche. Heidegger dice che la metafisica entra nella sua parte terminale che potrà durare anche più di quanto è durata finora da Platone a Nietzsche.
La filosofia si interroga su come ci viene dato ciò che ci viene dato; la scienza si interroga sul funzionamento specifico degli enti.