Tutto quanto affermato nel video è tratto da fonti scritte. I numeri che i giornali negli anni scorsi davano in occasione della Giornata del Ricordo erano estremamente variabili e contradditori. Il 20 febbraio scorso a Trieste Renzo de’ Vidovich, uno dei rappresentanti più autorevoli degli esuli, presso la Sala Tessitori, finalmente ha affermato che il numero degli infoibati dal 1943 al 1945, da Gorizia a Sebenico, è stato di 12000 (dodici mila), ma questi numeri, secondo noi, sono ancora elevati e non rigorosamente documentati, per cui andranno abbassati ancora. Gli storici degli anni ’50 iniziarono a parlare di 5000 (cinque mila) massimo 6000 (sei mila) infoibati inclusi tedeschi morti in combattimento, collaborazionisti italiani e slavi vittime di vendette private ed appartenenti al fascismo o all’amministrazione di occupazione italiana. Successivamente, si iniziò a parlare di decine o centinaia di migliaia di infoibati come strumento di propaganda anticomunista nell’ambito della Guerra Fredda che, nel frattempo, si era aperta. Noi continuiamo la nostra ricerca su basi rigorose. Tra le ricercatrici più attive in proposito è la triestina Claudia Cernigoi, il cui sito “La Nuova Alabarda” è consultabile da chiunque e in ogni momento. Circa Basovizza, sicuramente non ci sono i 100 (cento) finanzieri che si asserisce essere li in quanto testimonianze di cittadini e della Croce Rossa, del maggio 1945, affermano che gli stessi sono a Divaccia, nella foiba di Roditti, in Slovenia. Ovviamente erano militari che avevano operato al fianco dei tedeschi in periodo bellico e non vittime civili. Questo dato è stato ammesso anche dall’Associazione dei Parenti delle Vittime sul giornale “Trieste Oggi”, circa dieci anni orsono.
Flacons in the air #3. [Video] Menzogne sulle foibe.
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