….ma evitabile, basta fare causa. I sindacati gonfiano surrettiziamente il numero d’iscritti ai fondi negoziali dove ci sono poltrone da spartirsi. Questo articolo non piacerà a molta gente, soprattutto ai sepolcri imbiancati del centrosinistra italiano. Ma dovrebbe far capire che la cornice mentale e culturale è sempre quella del solito scontro tra una politica “ragionevole” ed una “irragionevole”, tra chi è disposto a qualsiasi tipo di compromesso (magari incassando qualcosa) e chi vuole cambiare le cose e si oppone strenuamente all’andazzo. Cambiare le cose significa – innanzitutto – non attovagliarsi a certe tavole. Anche perché non si può essere contrari, a parole, all’attacco alle pensioni poi contribuire attivamente allo smantellamento delle stesse.
Nel CCNL autoferrotranvieri, firmato da CGIL, CISL, UIL, UGL e CISAL, l’Art. 38 che riguarda il welfare aziendale, da metà 2017 sono “da versare a carico dell’azienda al fondo Priamo”, per ogni lavoratore, 90 € l’anno e che “per i lavoratori che non risultino iscritti a Priamo, tale contributo comporta l’adesione contrattuale degli stessi al fondo medesimo”.
La cifra viene dirottata sottraendola dagli aumenti salariali; peraltro che importa a un’azienda dove finiscono i soldi che dà? Visto poi che anche le associazioni padronali si dividono la torta dei fondi pensione negoziali.
L’obiettivo non è il vantaggio economico per i lavoratori, ma d’immagine a vantaggio dei sindacati. Peraltro, quegli spiccioli produrranno per un lavoratore cinquantenne una pensione di scorta di 0,15 € al giorno. Questo artificio gonfierà le adesioni al fondo Priamo. Questa questione dei fondi pensione non è un caso isolato. C’è, ad esempio, anche il caso dei lavoratori edili col fondo Prevedi dal 2015. Ecco, allora, come si smantellano le conquiste di oltre un secolo di lotte. Col contributo del sindacalismo di regime.
Riassumendo, nei rinnovi contrattuali, i sindacati sottraggono una quota di aumento salariale per i lavoratori e la dirottano ai propri fondi pensione. Il fine è quello di gonfiare il numero degli iscritti, così da vantarsi di crescite dell’ordine del 25% in due anni delle adesioni ai fondi pensione chiusi, cioè sindacal-padronali. Ai due precedenti esempi di Priamo e Prevedi, possiamo aggiungere il fondo Eurofer, per il settore ferroviario e l’ANAS.
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