Abbiamo trattato del concetto di fonte e della varietà tipologica delle stesse.
La fonte non rimanda alla cosa in sé, ma alla funzione creativa che essa ha. Lo statuto ontologico della fonte è derivato.
Nel tempo ci sono più o meno fonti? Sono di più nel presente o nel passato? Nel presente: perché c’è stata creazione e distruzione. Coloro che hanno creato, prodotto i dati erano molti di meno in passato. La produzione di documenti, esercizio di autorità e sovranità e comando, si è sviluppata nel tempo, con lo sviluppo dello Stato. Gli Stati, nel loro sviluppo, si sono differenziati nelle attività aumentando la mole di documenti creati. Sono aumentati i soggetti produttori di norme. I documenti non nascono con lo scopo di lasciare una memoria, ma di esercitare un’autorità. I documenti vengono conservati in archivi. Nel tempo i documenti aumentano.
Nel 1905, Max Weber, ed altri, denunciava la superfetazione[1] di norme accusando uno Stato sempre più presente, intromesso nella vita dei cittadini.
Archivi pubblici (creazione attraverso la produzione di materiali a stampa); archivi privati (distruzione attraverso lo scorporo degli archivi familiari).
Tipologia e quantità dell’informazione sono aumentati (giornali, gazzette). La tipologia dell’informazione è esplosa negli ultimi 3/400 anni. Oggi, oltre alla stampa, abbiamo la rete.
Distruzione delle fonti: Bagdad à orde mongole. Atti privati considerati non degni di nota.
Archivi delle imprese, invero piuttosto rari, spesso sono andati soppressi, dispersi. Ad esempio, il caso della Societé Tipografique de Neuchatel, in Svizzera, quando è stata scoperta la documentazione aziendale, si è capito come era organizzata la distribuzione, la commercializzazione dei libri. (Archivi storici Einaudi, nati negli anni Trenta, sono depositati all’archivio di Stato di Torino).
Negli archivi di Stato vengono depositati i documenti prodotti. Per creare spazio, periodicamente, vengono scartati dei documenti non più utili o interessanti.
Ancora sulla distruzione volontaria dei documenti: fase iniziale della Rivoluzione Francese (La grande feuvre, La grande paura del 1789, Georges Lefebvre). Le rivolte contadine sono state innescate da un disagio molto grave nelle campagne. L’assalto alle residenze (castelli) avevano lo scopo di distruggere i documenti riguardanti i diritti feudali (debiti…).
Distruzione di monumenti e statue, effigi, (i Budda distrutti dai talebani), l’iconoclastia nell’impero bizantino, l’Isis e la distruzione di antiche città, distruzione delle effigi della Serenissima in Dalmazia, statue di Lenin e Stalin nell’est europeo, distruzione di documenti tra dinastia Qing e Han.
Le fonti aumentano e si deteriorano meno; ma anche le tecniche di conservazione sono migliorate; sensibilità alla conservazione delle fonti; normativa che porta in quella direzione; strumenti migliori e tempo e tecniche di ritrovamento/reperimento delle fonti.
Grazie alla fotografia aerea è stato possibile ricostruire l’esistenza di una strada romana tra l’Italia settentrionale e la Slovenia.
Tecniche di conservazione e indagine, aumento della sensibilità per la conservazione.
Il digitale non è un mezzo definitivo che ci permetta di conservare copie di reperti in modo indefinito e senza complessità.
Quantità diverse di fonti presenti, relative a periodi storici determinati, che gli storici hanno a disposizione. Lo stato di avanzamento di una cultura è fondamentale per quello che essa ci trasmette. Ne fa parte il possesso della scrittura, caratteristiche della vita sociale, insediamenti urbani. Gli antropologi (Levi Strauss) che esercitano una scienza tipica dell’Occidente, copiata anche ad Oriente. L’antropologia nasce come costola della filosofia (morale) e finisce nella medicina.
Perché l’antropologia è materia prettamente occidentale?
Una spiegazione è che l’Occidente europeo ha espresso la più costante, persistente spinta espansionistica verso l’esterno, manifestando non solo predisposizione al saccheggio delle risorse, ma anche una curiosità per la varietà umana, spinto da una straordinaria volontà di conoscenza. L’esempio di Alexandre De Rhodes, gesuita, che ha inventato la traslitterazione della lingua vietnamita in caratteri occidentali.
[1] Cosa che si aggiunge ad altre in un secondo tempo e senza necessità, costituendo un’aggiunta superflua, un pleonasmo.