di Sergio Mauri
Prima o poi la verità emerge. Non si può conculcare in eterno la verità.
Inoltre; quale deve essere il ruolo dell’intellettuale rispetto al potere? Quale deve essere l’azione intellettuale, quindi la libertà di agire, in relazione al potere cioè alla capacità di influenzare o determinare il comportamento altrui. E proprio quest’ultima parte del periodo è la faglia su cui si gioca l’inconciliabilità tra libertà e potere, anche se intese come 2 declinazioni dell’umano.
“Il filosofo, anche se non possiede nulla, è padrone del proprio destino“. Giordano Bruno
PER IL MONDO SENSIBILE, CONTRO IL MONDO DI CARTA.
Il contenuto del testo si trova all’inizio della seconda giornata del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”. Dopo l’aneddoto del “notomista” che mette in risalto il limite del principio di autorità, “il puro IPSE DIXIT” (lui lo ha detto), Sagredo e Salviati pronunciano i loro attacchi contro i seguaci di Aristotele, i Tolemaici.
Salviati accusa i seguaci di Aristotele di rappresentare il maestro come una persona ostinata, un tiranno incapace di rivedere le proprie teorie di fronte all’evidenza dei fatti. A Simplicio che smarrito chiede chi possa sostituire Aristotele come guida filosofica, Salviati risponde che solo chi è cieco ha bisogno di una guida. Chi ha occhi, sia per vedere che per ragionare, dovrà usare questa sua capacità come guida e non aver timore di mettere in discussione quello che è scritto sulla carta.
CONTRO IL MONDO DI CARTA.
La pubblicazione del “Dialogo” costò a Galilei un processo e una condanna. Quale portata rivoluzionaria ha, nella società della Controriforma, la critica del principio dell’ “IPSE DIXIT”?
Facciamo un breve riassunto storico per capire come arriviamo all’epoca di Galilei.
Partiamo con il constatare che il Cristianesimo vince perché rappresenta i bisogni dei diseredati sia nell’al di qua che nell’al di là, nella prefigurazione di un mondo “oltre la vita” in cui non solo sarà fatta giustizia, ma ogni dolore verrà sanato da Dio.
Il Cristianesimo, poi, diventa strumento di potere, viene riconosciuto come religione ufficiale nel tardo Impero Romano, divenendone poi l’erede politico ed ideologico.
La Chiesa è l’unica fonte di cultura e plasma l’Europa attraverso di essa. Questo percorso, tuttavia, non è privo di contradditorio e vale la pena di ricordare il secolare scontro fra Trono e Altare, lo sviluppo della borghesia mercantile che è altra rispetto al potere della Chiesa e il rapporto conflittuale dell’intellettuale con il potere (ogni tipo di potere).
All’epoca di Galilei il sistema teocratico della Chiesa è ancora dominante, attraverso la Controriforma. La borghesia, tuttavia, è in continuo sviluppo e Galilei ne è uno dei rappresentanti. La borghesia aveva necessità di liberarsi dai limiti posti dalla religione e dare il via al proprio modo di vedere il mondo e di viverlo. Il caso Galilei dimostra che l’ideologia religiosa, come ogni ideologia, non è sufficiente a dominare il mondo e nemmeno a tenere unita una società, poiché dovrebbe corrispondere alla realtà, piuttosto che allontanarsene. Questo caso dimostra che iniziano a contare di più la tecnica, la razionalità, i rapporti di forza nella società, tutte cose che diventano uno strumento per sviluppare ed imporre la propria forma di vita.
La portata rivoluzionaria della battaglia intellettuale di Galilei, che mette in opposizione il “mondo sensibile” e il “mondo di carta”, è la battaglia contro l’autorità dell’ “IPSE DIXIT”, ben rappresentato da quegli organi di potere come la Chiesa che volevano si seguissero ciecamente le teorie espresse nei testi antichi, senza che venisse usato un pensiero libero e razionale.
La portata rivoluzionaria della messa in discussione dell’ “IPSE DIXIT”, allora, risiede nel fatto che la visione del mondo e l’azione dell’uomo si spostano dall’astratto e ideologico al concreto e al verificato.
La discussione sull’ “IPSE DIXIT” porta alla ribalta il metodo scientifico (i fenomeni devono essere provati attraverso la loro riproducibilità) e ci ricorda del secolare problema del rapporto tra intellettuale e potere che continua ancor oggi.
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