di Sergio Mauri
Note su THE GEOGRAPHY OF CAPITALIST ACCUMULATION: A RECONSTRUCTION OF THE MARXIAN THEORY, David Harvey, Johns Hopkins University, apparso in Antipode, Settembre 1975.
1) l’accumulazione di capitale ha luogo in uno specifico contesto e di volta in volta creando tipi specifici di strutture geografiche.
2) le strutture spaziali forniscono l’anello mancante tra teoria dell’accumulazione e teoria dell’imperialismo.
3) intensificazione dell’attività sociale, dei mercati, delle persone entro una particolare struttura spaziale.
4) organizzazione spaziale ed espansione geografica come prodotto necessario del processo di accumulazione.
5) l’imperativo dell’accumulazione implica conseguentemente l’imperativo di superare le barriere spaziali. Lo spazio viene ridotto al tempo. La necessità di superare lo spazio attraverso il tempo può essere parzialmente superata dal sistema creditizio.
6) l’imperativo della diminuzione del costo dei trasporti porta alla concentrazione della produzione e del mercato in quel ramo. Anche i centri urbani tendono alla agglomerazione.
7) razionalizzazione geografica dei processi produttivi: 1) dipendono in parte dal cambiamento delle strutture di trasporto 2) domanda di materie prime e di commercializzazione da parte delle industrie 3) tendenza verso la concentrazione e agglomerazione ereditate dal capitale stesso.
8) l’espansione geografica e la concentrazione geografica devono entrambe esser viste come il prodotto dello stesso sforzo di creare nuove opportunità per l’accumulazione di capitale.
9) in generale, l’imperativo dell’accumulazione produce la concentrazione della produzione e del capitale allo stesso tempo in cui crea un’espansione del mercato per la sua realizzazione.
10) i “flussi nello spazio” incrementano fortemente, mentre il mercato si espande spazialmente come la periferia rispetto al centro. Sorge una tensione tra concentrazione ed espansione geografica.
11) per superare le barriere spaziali e annientare lo spazio attraverso il tempo, le strutture spaziali sono anch’esse una barriera all’ulteriore accumulazione. Le strutture capitalistiche (infrastrutture, impianti) si impongono sulla terra una volta che il modo di produzione capitalistico si è imposto, col suo corollario di proprietà su quella terra.
12) il capitale, dunque, a sua volta diventa panorama fisico creato a sua immagine e somiglianza. Questo capitale immobilizzato, tuttavia, inibisce un ulteriore progresso dell’accumulazione, poiché proprio l’edificazione del panorama è antitetico al fare a meno delle barriere spaziali e alla distruzione dello spazio per mezzo del tempo.
13) questa contraddizione è tipica del capitalismo che è dipendente da tutti i tipi di capitali fissi.
14) creazione e distruzione di panorama fisico fanno parte dell’azione del capitale. La crisi capitalistica è in grado di ridisegnare l’ambiente geografico per adattarlo a una nuova fase di accumulazione.
15) la contraddizione ha un ulteriore dimensione, quella della caduta del saggio di profitto. L’incremento della composizione organica dovuta alla costruzione di mezzi di trasporto nel mentre è pensato per aumentare la valorizzazione del capitale, abbatte il saggio di profitto. Ci metterei anche il paesaggio costruito nel suo insieme, capitale costante che aumenta nel rapporto organico la caduta del saggio.
16) il marxismo ci spiega come relazionare l’accumulazione e la trasformazione delle strutture spaziali e ci da un tipo di conoscenza teorica e materiale per comprendere le reciproche relazioni tra geografia e storia.
17) scambio con l’estero, che non esiste senza il commercio con l’estero. Lo scambio con l’estero permette di frenare la caduta del saggio poiché permette l’appropriazione di un surplus di valore. Tuttavia, questo scambio, non fa che trasferire su una scala più ampia le contraddizioni del sistema, per prima la caduta del saggio.
18) la produzione e circolazione capitalistica tende a formare un sistema geografico integrato di produzione e scambio utile all’accumulazione di capitale.
19) certi paesi o certe aree geografiche possono stabilire un monopolio sulla produzione di particolari merci mentre le relazioni centro-periferia verranno prodotte a scala globale (divisione del lavoro).
20) il capitalismo assorbe, dopo averli distrutti, tutti i modi di produzione precedenti e dunque anche il loro paesaggio, rivoluzionandolo quindi usandolo come nuovo campo per l’accumulazione.
21) la teoria generale dell’accumulazione su una scala geografica in espansione e intensificazione. Questa ci fornisce il collegamento mancante tra la teoria dell’accumulazione in Marx e le varie teorie dell’imperialismo che ci sono. Tuttavia, Marx non ci dice come l’espansione e l’intensificazione vengono svolte.
22) la teoria dell’accumulazione in una scala geografica in espansione: a) processo di produzione attraverso la creazione di un surplus relativo e assoluto di valore; b) creazione di valore è contingente all’abilità di realizzazione nella circolazione; c) fallimento della sua realizzazione significa la negazione del valore creato nella produzione; d) se la sfera della circolazione non si espande, l’accumulazione si ferma; e) il processo di circolazione tra produzione e circolazione si deve espandere e deve accumulare e costantemente riconfigura il processo di lavoro e le relazioni sociali entro la produzione e riconfigura continuamente le dimensioni e le forme della circolazione.