Gli archivi.

Storia-Problemi, fonti, scuole
Il madamato, noto anche come madamismo, si riferisce a una relazione temporanea more uxorio tra un cittadino italiano, prevalentemente soldati, e una donna nativa delle colonie italiane, chiamata madama. Questo fenomeno emerse inizialmente in Eritrea e si diffuse successivamente in altre colonie italiane.

Sugli archivi: United Nations Archives, molto dettagliato nell’accesso. Da vedere la sezione sui crimini di guerra italiani in Etiopia. Uno di questi documenti è “La civilization de l’Italie fasciste en Ethiopie”, che fu portata all’ONU per aprire dei procedimenti penali contro l’Italia. Su queste fonti hanno lavorato Giorgio Rochat e Angelo Del Boca. Queste fonti sono fonti primarie. Quello dell’ONU è un archivio pubblico.

Tra gli archivi privati abbiamo quelli familiari, di tipo narrativo (lettere e diari). Gli archivi d’impresa sono rari soprattutto nel passato.

Le fonti diplomatiche, fonti documentarie non destinate alla pubblicazione, diventano particolarmente importanti dal XIV secolo in poi, perché si amplia l’attività dello Stato, soprattutto sotto il profilo burocratico. Anche nei rapporti fra gli Stati (diplomazia) cresce questa funzione. Nel tempo gli ambasciatori diventano stabili, residenti, continuativi. Per l’Italia all’archivio storico della Farnesina c’è una grande quantità di queste fonti.

Distinzione tra fonti involontarie e volontarie: quelle volontarie nascono con l’intento di trasmettere una memoria; quelle involontarie traggono la propria origine da una necessità d’uso quotidiano, da una funzione d’uso. Per esempio, come i dati dei censimenti demografici. Sono documenti che acquistano importanza con lo sviluppo dello Stato. Gli Annali d’Italia di Antonio Muratori sono un esempio di fonte volontaria.

Il Diario di Anna Frank è fonte inizialmente volontaria. La Frank viene poi a sapere che il governo olandese intende conservare diari e corrispondenze da pubblicare dopo la guerra per documentare cosa accadde durante l’occupazione nazista. Da quel momento la scrittura di Anna Frank cambia. Esprime una volontà di autorialità, con un’idea di divulgazione e fruizione pubblica. La misura in cui le fonti narrative possono rappresentare un deposito di fonti ci interessa pure.

I romanzi di Levi sono fonti, deposito preziosissimo perché l’autore le ha vissute in prima persona.

Richardson, Smollett, Fielding li devo leggere se studio il Sei–Settecento inglese. Ci servono per calarci nella mentalità, nella psicologia profonda, nella sua emotività.

Come possiamo considerare il caso di Voltaire che scrive opere sia come storico sia come filosofo e romanziere? Quando egli scrive da storico lo consideriamo come tale, quando fa il filosofo lo consideriamo di conseguenza eccetera. Candido non ha fatto il giro del mondo come descritto da Voltaire. In quella finzione l’autore vuole trasmetterci, dirci qualcosa.

Manzoni à Promessi Sposi –> capitoli 29 e 32, descrive la peste a Milano in base a fonti coeve. Sospende il registro della fiction e ci parla da storico. Manzoni storico e narratore si mescolano anche nella “Colonna infame”.

Le fonti iconografiche oggi sono molto importanti rispetto al passato. Queste fonti coprono uno spettro molto vasto e diversificato. Le carte geografiche sono fonti cartografiche, ma anche iconografiche in senso lato.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.