L’esperienza del New Deal può essere giudicata da tre punti di vista differenti: quello liberale, quello keynesiano e quello marxista. Secondo i liberali la presenza dello Stato in economia non poteva essere quantitativamente e qualitativamente quella prevista dal New Deal, poiché, secondo loro, a lungo andare l’immissione di capitale statale, non sottoposto alle leggi del mercato avrebbe portato ad una svalutazione dei fattori produttivi con una conseguente tendenza al blocco delle iniziative economiche. Secondo i keynesiani, invece, l’unico modo per salvare il capitalismo era (e fu realmente) quello di intervenire come Stato, con una funzione pubblica di sostegno all’economia e all’iniziativa privata. Per i marxisti, invece, il problema era (e rimane) la composizione del capitale (capitale fisso pubblico o privato contro capitale variabile) che va a colpire la capacità del sistema di generare profitti.
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 con Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023 e con Amazon Kdp nel 2024.