Salvare la Grecia, attraverso le pressioni americane sui tedeschi per non far cadere Atene nell’orbita di Putin ed evitare che la Grecia diventi una zona franca alle porte dell’Europa. Il compromesso si basa sull’accettazione del mantenimento di un surplus primario, cioè che la forbice tra entrate fiscali e spese sia positivo. Che la Grecia non produca deficit sul primario, per il resto la Germania, su invito USA, è disposta ad ammorbidirsi. Diciamo che la Grecia ha perso il primo scontro politico, anche se non possiamo pensare che la cosa si fermi qui.
Va da sé che, questa situazione, piaccia o non piaccia, è stata causata dall’estrema debolezza, su scala europea e mondiale, della Grecia. Il governo Syriza è stato lasciato solo, non solo come era ovvio che fosse, dalle borghesie europee, ma anche dalle piazze europee e soprattuto danquelle del sud europeo.
Questa cosa la dice lunga sulla situazione di disarmo in cui ci ritroviamo e sulla lotta di lungo periodo che si deve intraprendere. Dai titoli di giornale di oggi sembra che ci sia un irrigidimento da parte dell’Eurogruppo. Verificheremo se sarà così. Ma il problema rimane quello della estrema debolezza della Grecia sul piano politico, mentre è impossibile che tedeschi ed americani la lascino stare e se ne infischino. E’ troppo grande, infatti il timore che Russia e Cina possano approfittarsi ulteriormente della situazione. La Grecia sarà un caso blindato.
La vera domanda da porsi, allora, è: quale possibilità ha un piccolo paese, senza industria, pieno di debiti, con scarse risorse energetiche di modificare la propria situazione?
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