Non ho mai avuto una grande simpatia per il fondatore del Movimento 5S. Questo non significa ne abbia per i suoi detrattori, i cialtroni che con le loro porcate hanno fatto crescere il movimento grillino. Il Vaffa è stato solo una conseguenza dell’esasperazione cui gli italiani son stati fatti arrivare; un Vaffa ingigantito dal fatto che il sistema di potere corrotto che aleggia nella nostra quotidianità, in risposta a quell’esasperazione, seppe solo guardare la pagliuzza nell’occhio del Grillo.
Una pausa, quella del grillismo, costata al sistema Italia e ai cittadini del sistema, in termini di ritardo di qualsiasi possibile riforma, di qualsiasi cambiamento serio. Sarebbe stato, il cambiamento, veramente auspicabile? Dipende. Dovendo, per forza di cose, rimanere all’interno delle compatibilità del sistema capitalistico, il tutto sarebbe costato molto caro agli italiani che avrebbero dovuto rinunciare non solo a giusti diritti, ma anche a ingiusti privilegi. Cambiare, aprendo una fase di messa in discussione dell’esistente, faceva paura a molti. Questo spiega, allora, le resistenze ai cambiamenti della realtà da parte dei vecchi soloni del sistema Italia, sistema in cui una bella fetta di italiani sono coinvolti in senso conservativo. Pensate un po’: come poteva un dirigente pubblico rinunciare alla propria vita lavorativa, a tutti quei diritti pensati per gli operai che in realtà gli operai non hanno mai visto e che invece sono stati applicati – appunto – a loro (anche grazie a sindacati compiacenti)? Impossibile! E come potevano, gli eletti grillini, non tradire le aspettative del Movimento quando poi le redini del comando le avessero detenute loro?
Perciò le ultime vicissitudini grilliane (o grilliste) mi sembrano un po’ la nemesi di una storia che ormai stava durando troppo e ormai non più manipolabile perché superata. La pandemia e ora la guerra e i suoi esegeti necessitano di ben altre rappresentanze. La resa dei conti, con la ripetizione dello schema inquisitorio in stile Mani Pulite, non sarebbe tardato a mettere fine al percorso politico-mediatico del personaggio.