Tutte le prime edizioni dei Protocolli sono in russo. Secondo De Michelis è in ambito ultranazionalistico della destra russa che dobbiamo volgerci per la autorialità dei Protocolli. L’ambiente è quello della destra giudeofoba dei pogromsciki, da cui nasce nel 1901 il Circolo russo e nel 1905 l’Alleanza del popolo russo.
Elementi contestuali: genesi nel contesto francese del caso Dreyfus e russo legata al primo Congresso sionista nel 1897, con successiva visita di Herzl in Russia.
1903-1907: prima diffusione in Russia.
1918-1921: uso durante la guerra civile, esportazione in Occidente.
Il Times denuncia il falso nel 1921. Nel 1920 è denunciato da Lucien Wolf, dalle colonne del The Jewish Bogey. Nel 1923 Benjamin Segel, dalle colonne del Die Protokolle.
Interessante vedere anche Henry Ford e i suoi rapporti col regime nazista.
La “fortuna” dei Protocolli:
- 1933-1945: processo di Berna, leggi razziali.
- 1967-1972: risorgenza nel conflitto arabo-israeliano.
- 1991: recupero nella Russia post-sovietica in ambienti della destra ortodossa.
La fortuna dei Protocolli in Italia.
- 1920-24: prime traduzioni.
- 1921, Roma, Preziosi (da Nilus traduzione inglese Shanks 1920)
- 1937-45: campagne razziali.
- 1938, Milano, Anonimo (da Nilus).
- 1943, Firenze, Anonimo (da Nilus, tramite, traduzione francese Coston 1934).
- 1971-76: ambienti neofascisti e cattolici reazionari.
- 1972, Lucera, Anonimo (da Nilus, tramite traduzione francese Lambelin 1921).
- Anni recenti: ripresa degli studi (e resilienza neofascista).
L’antisemitismo fascista. Il razzismo istituzionale promulgato dal fascismo. Secondo De Felice l’antisemitismo è superficiale. Questa posizione è stata controbattuta da tutta una storiografia. George Mosse ha scritto sul razzismo nella storia, che tutto il razzismo ha avuto origine da noi come antisemitismo, antigiudaismo, fino all’Olocausto. È un punto di vista discutibile poiché trascura il razzismo orientato alle diversità etno-antropologiche.