Il problema dei detrattori di Chavez si chiama malafede.

Hugo Chavez e il Venezuela
Hugo Chávez, presidente del Venezuela dal 1999 fino alla sua morte nel 2013, è una figura politica che ha suscitato opinioni polarizzate sia in patria che a livello internazionale. Le sue politiche e il suo stile di leadership hanno attirato una serie di critiche, che spaziano dall'accusa di autoritarismo alla gestione economica inefficace, fino alle sue alleanze con regimi controversi.

Il presidente del Venezuela è un personaggio controverso; sa mischiare nazionalismo a socialismo, indipendenza nazionale con giustizia sociale, alleanze discutibili con progetti di costruzione di un mondo multi-polare. Magari più giusto. E, ad essere sinceri e giusti, bisogna ammettere che qualche risultato lo ha ottenuto, soprattutto su due piani: quello della giustizia sociale e quello dell’indipendenza nazionale.

Un punto su cui insistono i suoi detrattori ha a che fare con il livello della violenza criminale che impera in Venezuela e, soprattutto nelle grandi città, Caracas in testa. Tra parentesi, la storia (vera, per l’amor di Dio) della criminalità, esce dopo che l’opposizione a Chavez ha fallito nel mettere in discussione la sua presunta anti-democraticità. Da questi discorsi, sembrerebbe che la criminalità in Venezuela sia nata da quando Chavez è un problema politico per gli abbienti venezuelani e gli statunitensi. Non ci ricordiamo più il prima.

Io, invece, ricordo bene anche il prima, e ricordo di aver visto un dossier della Rai nel 1982, ben prima di Chavez, sulla terrificante violenza delle bande criminali di Caracas. Ciò che vidi alla TV (mamma RAI aveva sempre ragione, soprattutto quando c’era ancora il Muro di Berlino in piedi) fu confermato dalle mie dirette conoscenze di immigrati venezuelani, dai quali ricevetti innumeri confidenze (fu tra il 1984 e il 1987) sulla difficoltà di vivere in quel paese.

Ciò che essi mi dissero spiegava il motivo dell’arruolamento volontario dei giovani venezuelani tra le file criminali: si trattava di disperazione, figlia di una spaventosa miseria morale e materiale. Tuttavia, secondo la pubblicistica mainstream, il problema è di Chavez. Prima, funzionava tutto a meraviglia e, immagino, i poveri stavano al loro posto.

Che egli non sia ancora venuto a capo della cosa (ma nemmeno noi in Italia della nostra criminalità, una delle più ferrate al mondo!) è vero ed è una delle cose più antipatiche del suo governo. Però sarebbe altrettanto corretto indagare e comprendere da quale livello (sbagliato) parte la società venezuelana: dal livello di chi si fa giustizia sociale da solo perché per troppo tempo è rimasto abbandonato ai margini di una società dove i ricchi compravano per pochi soldi il lavoro e le vite dei diseredati.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.

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