di Sergio Mauri
Ad Alberto
L’altro giorno camminando lungo una via di Milano ho visto una persona con apposito giubbotto catarifrangente e scopa, con cartello a terra che recitava più o meno così: “Sono un volontario che pulisce la strada di sua iniziativa. Se potete lasciate un’offerta….”. Ripassando in un altro momento la persona che spazzava era cambiata. C’è un turnover. L’Italia è un paese, ormai, fondato sull’elemosina, altro che welfare (e quale welfare?). L’elemosina, tuttavia, diventa una promessa mancata e fonte di frustrazione, laddove le lucette scintillanti delle vetrine occidentali si trasformano, per questi diseredati, in umilianti richieste di elemosina, mascherata da servizio civico.
Tuttavia, questo ci deve far ragionare anche su altri aspetti della cosa. Lo sviluppo capitalistico in questi decenni ha creato una massa di persone senza lavoro o sottoccupate o precarie. Queste persone, che potremmo anche definire come consumatori-diseredati, sono sia di cittadinanza italiana che non. Sono tutti un potenziale esercito di manovra per la conservazione del sistema.
Gli organi d’informazione mainstream, parliamo di Repubblica, La Stampa, Il Corriere, sotto il controllo più o meno diretto dell’oligarchia PD, di destra già per il semplice fatto di parlare di oligarchia, hanno assurto Casa Pound(1) e Forza Nuova(2) ad avversari e demiurghi della politica italiana. Hanno creato, in maniera manipolatoria, dei contraltari. Tertium non datur. L’obiettivo è stato ed è quello di creare il mostro perché vi sia un moto di rifiuto da parte degli italiani e degli immigrati.
Postuliamo, per un momento, che la situazione socio-economica, degeneri radicalmente. Quegli immigrati di cui sopra, e pure i diseredati italiani, per mangiare devono giocoforza sposare l’illegalità: rapine, violenze, traffici inenarrabili.
La guerra tra poveri, allora, diventa l’obiettivo primario e lo snodo politico da gestire, poiché se dura per un certo (e giusto) periodo può aiutare a ridisegnare forme ed ambiti di riproduzione del sistema, secondo le compatibilità e le novità globali che lo contraddistinguono.
Il PD, garante di un antirazzismo di facciata e dei “diritti umani”, userà gli immigrati nello scontro sociale, come un elemento portante nella guerra tra poveri. L’altro – ovviamente – quello “autoctono”, sarà usato dai fascisti.
Tutte le forze in campo (campo del conflitto) credono di poter vincere lo scontro e rimanere da soli a gestire il ciclo politico del declino del capitalismo occidentale. Un’ottusa e presuntuosa illusione.
Questa situazione ricorda un pò quella in cui si trovò ed agì l’SPD durante il periodo di Weimar. Durante Weimar l’SPD pensava di poter essere l’unico rappresentante dei lavoratori e dei loro interessi. Si tratta, tuttavia, di mera retorica. Oltre la retorica, chi si batte per il lavoro sono i comunisti del KPD e non l’SPD. L’SPD è contro i comunisti perché non vuole un cambio di sistema, non vuole l’avventura rivoluzionaria. Già dalla rivolta Spartachista appoggiano i Freikorps e i loro crimini contro i comunisti. La preoccupazione dell’SPD è quella di non far vincere i comunisti. Spianano così, negli anni, la strada al nazismo.
Oggi, però, non ci sono i comunisti, mi si obbietterà. Certo; esiste, tuttavia, una nutrita classe di persone precarie, disoccupate, in condizione di malessere sociale che potrebbero diventare….un problema.
Mi si obbietterà, inoltre: ma allora mentre il PD ed il governo Gentiloni aiutano la gestione e costruzione dei campi di concentramento libici per profughi, qui in Italia gli immigrati appoggiano questi qui? Si, una cosa del genere. In cambio dell’integrazione.
Note:
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Fascismo di sinistra, mussoliniano.
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Tradizionalismo, società organica, cristianità
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