Il nostro sistema previdenziale, ovviamente, non può durare così com’è a lungo; ed infatti sono anni che si imbrigliano pensioni ed altre previdenze per rimanere dentro le compatibilità del sistema.
Il mondo, non l’Italia che ne è parte infinitesimale, va in tutt’altra direzione e chi ci promette di salvare le pensioni e magari di aumentarle, in realtà vende fumo. Non siamo un paese che, dal punto di vista demografico e della produzione di ricchezza, se lo può permettere. Secondo i canoni del capitalismo.
Il sistema Italia è decotto: in mancanza di una rivoluzione sociale che ribalti il senso, il segno ed il significato di questo sistema, ci saranno ulteriori alienazioni di beni pubblici e i corpi intermedi (sindacati) continueranno a perdere la loro funzionalità e credibilità. O, per meglio dire, stabilizzeranno la loro funzionalità e credibilità come parti costituenti dello Stato, organi di una totalità amministrativa neo-corporativa. Non c’è alcuna scorciatoia: o si cambia questo mondo o questo mondo ci cambierà fin nel più profondo e remoto angolo dell’anima e del corpo. Ci sembra che la seconda ipotesi sia la più credibile.
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