Ebbene si, alla fine è stato siglato. L’obiettivo è quello di dare forza agli scambi mondiali espandendo il potere di libera circolazione globale dei capitali. Questo significa cattive notizie per il lavoro a livello globale.
L’obiettivo degli Stati Uniti e del Giappone è quello di porsi in vantaggio rispetto alla Cina, che non è parte del TPP, creando una zona economica nel Pacifico in grado di bilanciare la presa della Cina nella stessa area.
Stati Uniti e Giappone mai prima d’ora avevano firmato un accordo bilaterale di libero scambio. Il TPP è, di fatto, un accordo commerciale fra due delle tre maggiori economie del pianeta che, di fatto, farà integrare il Giappone come fornitore della catena industriale del Nord America.
Il TPP darà la possibilità alle grandi compagnie straniere di sfidare le decisioni dei legittimi governi prima degli arbitrati internazionali. In parole povere l’accordo darà la possibilità alle multinazionali di intraprendere delle cause legali contro i governi in caso di nazionalizzazione, tassazione o regolamentazione.
Il TPP, inoltre, romperà gli standard ambientali e del lavoro nel caso di accordi commerciali, specifici e generali. Gli Stati Uniti, comunque, dichiarano che l’accordo aiuterà a ridurre il traffico di specie in pericolo o di pescaggio superiore al concesso. Il tutto per l’intercessione degli Stati Uniti stessi….
Ci crediamo poco, visto che la strada è quella della liberalizzazione totale, cioè una strada opposta ad un controllo efficace su questi problemi. Ciò che è vero, invece, è che il TPP è una grandiosa notizia per l’impero americano in particolare. Senza poi contare tutti i rischi concreti di un restringimento delle libertà intellettuali ed individuali.
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