di Sergio Mauri
Il vero mistero della politica cinese si chiama Lin Biao, esponente della sinistra del Partito Comunista cinese. Parliamo di un uomo che era il successore designato di Mao. Personaggio brillante e molto preparato, Lin Biao, tanto che sembra strano si sia messo in condizioni di tradire il Partito e la classe dirigente maoista. Si presume sia scomparso nel settembre 1971, esattamente il 13.
Secondo alcuni non è vero che sia morto in un incidente aereo, ma che sia stato eliminato. E, costoro aggiungono, che la sua scomparsa sia proprio la firma di Mao sul caso Lin Biao, la prova provata della responsabilità del Grande Timoniere. Se fosse vero il viaggio in aereo per fuggire in Unione Sovietica e, quindi incontrare i sovietici, ciò presupporrebbe l’esistenza di un gruppo di persone pronte a sostenerlo. Se, invece, la cosa fosse falsa, allora perché parlare dell’URSS?
Cosa c’era in ballo? Ipotetiche riforme o cambi di direzione politica, tenendo presente che siamo ancora al tempo della Rivoluzione Culturale? Forse i cinesi già subodoravano che il sistema sovietico stava declinando sotto il peso di immani ed irrisolte contraddizioni economiche?
La storia di Lin Biao si collega ad un altro nodo irrisolto della storia cinese, cioè a quello della Rivoluzione Culturale, sulla quale oggi ci sono nostalgie diffuse, ma anche remore a raccontare tutta la verità. Egli muore, infatti, quando arde ancora la Rivoluzione Culturale, forse momento peggiore dell’opera politica di Mao. La Rivoluzione Culturale nasce e si sviluppa certamente perché alcune forme di (nuovo) privilegio ed ingiustizia sociale stavano nascendo all’interno della società cinese, ma si dimentica di precisare che tale evento rivoluzionario si fa contro i “privilegi operai e contadini”, contro i “privilegi dei lavoratori” e non delle ex-classi agiate che, spesso, sono quelle promotrici della Rivoluzione, proprio perché estromesse dai loro vecchi privilegi al fine di costruire un’eguaglianza più piena fra tutti i cittadini. Una Rivoluzione al contrario, quindi, compiuta da chi non ha più quelle certezze. Su questi si appoggia Mao, anche per salvare il proprio ruolo politico sempre più marginale e tentare di rimettersi in gioco nella politica cinese.
In questo evento rivoluzionario il punto più alto raggiunto fu quello della Comune di Shanghai. In quei mesi, nella Comune nata per equagliare quella di Parigi, i lavoratori e i comunisti si confrontano scontrandosi, mettendo anche in campo le posizioni teoriche che si videro all’opera al momento della rivoluzione francese, denotando una profonda conoscenza della storia occidentale. La Cina ed i cinesi, infatti, proprio per inclinazione culturale, ci studiano, ci guardano, cercano di non commettere i nostri stessi errori, sperimentano nella sfera dell’economia nuovi sistemi per migliorare l’esistenza materiale e spirituale delle persone.
In quei giorni, in quelle settimane, mancava veramente poco alla scomparsa di ogni forma di Stato nel senso che tutti noi diamo a questa istituzione, prefigurando veramente l’aspirazione che era stata a sua volta della Comune di Parigi, primo esempio di autogoverno delle classi subalterne. Come sappiamo sarà l’esercito poi a salvare lo Stato, per riportare l’ordine in una società provata non solo dalla Rivoluzione Culturale, ma anche dai tentativi – in parte riusciti in parte falliti – di Mao nella sfera economica del paese.
Tuttavia è qui che va ricercato il mistero della scomparsa di Lin Biao. In questo collegamento con gli eventi che sconvolsero – in quegli anni – il gigante asiatico.
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