Su “La Stampa” di ieri, 6 giugno, è stata pubblicata una bella intervista a Gilles Kepel, esperto di Islam, sulle elezioni europee in Francia. L’intervista verteva sul voto musulmano francese, in parte spostatosi a destra e sul perché i musulmani votano in un certo modo. La risposta di Kepel è semplice e condivisibile, peraltro da me empiricamente verificata nelle mie ricerche. Il voto islamico va a destra, o si ri-orienta verso destra perché è un voto conservatore, visto che la cultura islamica è fondamentalmente conservatrice quando non reazionaria.
Quindi, nulla a che vedere con le spiegazioni che si danno generalmente a sinistra, le quali tirano in ballo presunti, ma non argomentati, tradimenti della sinistra francese verso gli immigrati, sgomberi di campi nomadi inclusi. Sarebbe infatti un controsenso per i musulmani votare per Le Pen anche se la sinistra non è nel suo tono migliore. I musulmani francesi cercano piuttosto la destra e l’ombrello protettore del suo conformismo, in parte spontaneamente generato dal modo di produzione capital-consumista occidentale, non le amene questioni “morali” della sinistra.
Io, in questa scelta, ci vedo anche un’alleanza trasversale dei credenti e quindi dei conformisti, un patto di potere che tocca soprattutto l’economia ed è in continua (ri)configurazione, dove conta sempre di più la posizione sociale e gli interessi di classe, ora che i musulmani, nonostante tutto, esprimono anche una consistente classe borghese.
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