Incontri.

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Alvarado: Il senso di implosione che pervade il mondo occidentale, fuor di metafora, da che cosa lo riconosci?
Francesco: Dall’assenza di stimoli, cose nuove, voglia di rischiare sia nei giovani che nei vecchi. Dal fatto che nulla di nuovo viene creato in questo Paese da almeno 30 anni.
A.: Ci si vede di tanto in tanto per strada – causalmente – e ne parliamo. Tu da che noti che è in atto un’implosione?
F.: Dal fatto, come ti dicevo, che non c’è nulla di nuovo, non si sta creando nulla di, non dico originale ma neanche di nuovo. Per meglio dire, la società italiana, oggi, non esprime nulla.
A.: Sei categorico. Ti riferisci forse anche al mezzo televisivo?
F.: Anche ma non solamente. Proprio ultimamente ho pensato che in una situazione di entropia sociale e culturale come quella attuale, l’unica soluzione sarebbe veramente lo squadrismo. E te lo dice uno che fascista non è. Cioè, mi spiego: l’andare in giro a picchiare la gente, a “far giustizia”, come metafora del sentirsi vivi ed utili a sè e al mondo, come sbocco esistenziale addirittura coraggioso. E non è detto che una soluzione simile sia impossibile.
A.: Vedi un futuro di violenze?
F.: Perchè no? Dopotutto nessuno pensa a qualcosa di diverso da ciò che vedi: apri la TV e guarda. Scendi in strada, parla con la gente e ascolta! Se senti qualcosa di impegnato di nuovo, di basato sul volersi migliorare dimmelo! In questo periodo storico la cosa più interessante è l’indifferenza , quella più totale.
A.: Cosa mi dicevi del mezzo televisivo prima che cambiassimo discorso?
F.: Che a conti fatti non è un problema di mezzi di comunicazione, della tecnologia, ecc. Secondo me il problema sono gli uomini, i loro valori, la loro struttura profonda, i loro limiti. Quando ti parlo di strutture profonde ti voglio far comprendere che c’è in noi un livello ancora anteriore a quello ideologico ed anche a quello psicologico: è quello che ti fa sentire paura o gioia. E’ il livello delle emozioni profonde, quelle che coinvolgono la Mente intesa come unità fra Corpo e Psiche. Limiti su cui si possono costruire delle fortune: ci sono state intere epoche storiche dominate da chi ha approfittato delle ipocrisie, delle paure, delle viltà delle maggioranze. Oggi siamo in un epoca nella quale il personaggio X (anche non famoso) che si lava i denti è motivo d’interesse o di voyerismo. E’ l’epoca del Niente e dell’Indiffere nza, appunto.
A.:Può essere che coloro che gestiscono il mezzo televisivo o altri media, abbiamo con esso un rapporto essenzialmente strumentale sul piano operativo e cinico su quello morale.
F.: Ne puoi essere sicuro ma non volevo fermarmi a quello. Volevo anche aggiungere che stiamo entrando in un’epoca nuova. Un’epoca che avrà parametri totalmente diversi sul piano dell’uomo nel rapporto coi suoi simili, perchè il suo ambiente che non è più la Natura ma la Cultura, sta completamente modificando il proprio paradigma. Sarà l’Era della Scienza Applicata. Quindi, in questo “ambiente” nuovo che è Cultura nuova, l’uomo si muoverà in forme inedite.
A.: Ambiente, cioè Cultura nuova. Non siamo ancora dentro questo nuovo Topos…mi sembra di capire. Ma a che punto siamo? E a questo punto, la Globalizzazione è causa o effetto dell’entrata in questa nuova era…se ci siamo già entrati?
F.: Intanto io direi che la Globalizzazione è il sintomo di un grande cambiamento in atto. Perchè siamo ancora nella fase di passaggio e la Globalizzazione ne è la conferma. Quindi, non siamo ancora giunti nell’era nuova della Scienza Applicata. Quanto tempo ci vorrà per ultimare il percorso che è anche una grande trasformazione? Non lo sappiamo; forse 1 o 2 generazioni potranno essere sufficienti ma in seguito potremo essere più precisi.
A.: Sto capendo il tuo discorso. Sappiamo forse già come si configurerà quest’epoca?
F.: No. Ma sappiamo come NON sarà. Perchè non verrà traghettato nella nuova epoca ciò che già è stato perduto fin d’ora; quello che già è stato bruciato in questi decenni di funambolico e rivoluzionario sviluppo. Sappiamo che sarà un’epoca dove le relazioni umane non saranno necessarie. Sarà un’epoca senza ideali, dove il nostro bagaglio di civiltà inteso anche come buone manierenon sarà più necessario e cadrà in disuso. Il pragmatismo trionferà.
A.: In tutto questo, come ci poniamo noi, animali sopravissuti all’omologazio ne (ma fino a quando?) e che non sanno dove sbattere la testa? Mosche intrappolate in una stanza che sentono di essere braccate ma non sanno trovare la via d’uscita.
F.: Ecco; è proprio questo il problema. Non sappiamo che fare. Sappiamo di essere alienati ma non siamo in grado di difenderci dall’alienazione.

A.: Non solo. Aggiungerei anche che il vuoto d’azione che noi lasciamo viene immediatamente colmato – come per una sorta d’immediata applicazione della fisica dei vasi comunicanti – da chi agisce senz’altri scopi che quelli del pragmatismo.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.

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