L’arte islamica si distingue per la sua particolare visione estetica, che riflette una concezione del mondo in cui la rappresentazione realistica è raramente presente. Quando si manifesta, questa rappresentazione è caratterizzata da una piattezza e da una mancanza di allusività, rimanendo lontana da qualsiasi forma di plastica. L’arte islamica si esprime attraverso forme geometriche e stenogrammatiche, enfatizzando un approccio antinaturalistico. Questo riflette una visione del mondo come temporanea e soggetta a corruzione, dove il vivente non viene riprodotto per un profondo rispetto verso l’unicità e l’inimitabilità della creatura. A differenza del cristianesimo, dove l’icona rappresenta il corpo visibile del verbo divino, nell’Islam è la scrittura a occupare questo ruolo centrale. La calligrafia, con i suoi stili distintivi come il noskhi, morbido e avvolgente, e il kufi, massiccio e angolare, diventa il fulcro dell’identità teologica musulmana. La lingua araba, con la sua riduzione da 29 a 28 lettere, è vista come un riflesso delle fasi lunari, evidenziando il profondo legame tra linguaggio e spiritualità. Nell’arte islamica, scrittura e ornamento si intrecciano in un’unica esperienza estetica, dove la calligrafia è considerata l’arte più nobile. Questa forma d’arte non si limita a una mera rappresentazione iconica, come avviene in altre culture, ma è intrinsecamente fonetica. La calligrafia diventa così un’espressione letteraria e intellettuale, radicata in una tradizione nomade che valorizza oggetti facilmente trasportabili, come tappeti e suppellettili, riflettendo un legame profondo con la cultura e la spiritualità. Il ritmo ornamentale che accompagna la scrittura rappresenta un tentativo di catturare l’eternità nel fluire del tempo. In questo contesto, l’arte islamica si distacca dall’esperienza fenomenica, concentrandosi su una coscienza che trascende il tempo stesso. Non vi è spazio per narrazioni storiche o drammatiche; l’arte islamica rifiuta la rappresentazione del passato, abbracciando invece l’idea di una bellezza che si esprime nel presente. La calligrafia, quindi, non è solo un’arte, ma una pratica spirituale e meditativa. Gli strumenti utilizzati – penna, carta, inchiostro – diventano oggetti di speculazione simbolica e numerologica. L’arte islamica si rivolge all’esterno, mirando a mantenere la dignità degli spazi e degli oggetti, dove ogni luogo può diventare sacro e ogni tappeto un giardino sospeso. La distinzione tra sacro e profano non risiede nella forma, ma nell’uso che se ne fa. In sintesi, l’arte islamica si presenta come un’espressione di un’armonia geometrica e di un esoterismo che circonda la scrittura, riflettendo una civiltà letteraria e intellettuale. La sua essenza è un rifiuto della caducità, accettando invece il passaggio davanti a ciò che non può essere rappresentato, abbracciando la vera permanenza che risiede nel non raffigurabile.
Calligrafia e scrittura nel mondo islamico.
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