di Sergio Mauri
Di seguito un breve riassunto in tredici punti del lavoro di Federica Gaglione sulle Isole urbane di calore.
Intorno all’argomento Città e isole di calore urbane, c’è un primo tema di notevole interesse. Un tema che possiamo anche definire come un altro aspetto di cui tener conto, cioè il concetto (concetto in quanto non si tratta solo di un’idea) di “città vibrante”, piena di vita, vitale, che si compone di colori talvolta fastidiosi, rumori, vitalità anche scomposta che ci avvicina al famoso detto popolare secondo cui “tutte le cose buone fanno male”. Che ne sarebbe, anzi ne sarà, delle nostre esperienze sensoriali in città caotiche, inquinanti e sopra le righe, se ne dovremo fare a meno per non scomparire come specie? Esiste, allora, un’esperienza dei luoghi clima-compatibili che possa sostituire quella – eminentemente culturale – delle metropoli? La domanda è lecita, la risposta deve essere ancora formulata completamente, soprattutto perché alla città post-moderna e quindi post-industriale stiamo iniziando solo ora a dare risposte e connotazioni sotto il profilo sociale, oltre che climatico. Fermo restando il discorso inerente allo sviluppo delle metropoli extra-europee che continua.
Federica Gaglione, Isole di calore.
Fonti per il lavoro: lucidchart.com, dati censuari, land.copernicus.eu (Urban Atlas) & Corine Land Cover, weathermap.netatmo.com.
1. modelli produttivi odierni sono energivori.
2. i fenomeni pandemici sono dovuti ad alterazioni sistemiche.
3. le città sono la chiave del cambiamento climatico.
4. viviamo una condizione entropica.
5. gas climalteranti presenti nel permafrost vengono liberati dal loro scioglimento.
6. UHI: dipendono dai materiali edilizi, superfici bituminose stradali, mobilità, riscaldamento.
7. riscaldamento globale:
7.1 innalzamento temperatura globale
7.2 innalzamento livello medio del mare
7.3 variazioni frequenza e intensità delle precipitazioni
8. aumento della temperatura implica rischio per la salute dei più fragili.
9. classificazione UHI:
9.1 Urban Boundary Layer (BLUHI) misura la temperatura dello strato dell’aria al di sopra dell’altezza media degli edifici
9.2 Urban Canopy Layer (CLUHI) stima la temperatura dello strato dell’aria che va dal suolo all’altezza massima degli edifici
9.3 UHI superface (SUHI) rileva la differenza di temperatura tra le aree urbanizzate e le aree rurali
10. abbiamo due principali filoni di ricerca sulle UHI:
10.1 metodi e tecniche di rilevazione delle temperature e intensità delle UHI
10.1.1 telerilevamento termico [Landsat-7 ETM e Landsat-8 LST, MODIS]
10.2 caratteristiche urbane che influiscono sul fenomeno delle isole di calore urbano
10.2.1 aspetti di mitigazione, geometrie urbane (esposizione), vegetazione urbana
11. le analisi spaziali e di autocorrelazione col GIS permette un intervento sulle aree a rischio
12. Climate-ADAPT
13. a livello urbano, la vulnerabilità non consiste solo nell’esposizione e quindi nella temperatura media, ma anche nella sensitività, cioè nella densità di popolazione e della relativa presenza di popolazione anziana; consiste inoltre nella capacità adattiva, ovvero nella densità del costruito, l’altezza degli edifici, edifici residenziali costruiti in muratura portante, in calcestruzzo armato, in legno, edifici costruiti ante 1950, tra il 1950 e il 1980 e dopo il 1980, aree verdi.