Ad Alberto
L’assonometria è la trasformazione di uno spazio vettoriale a tre dimensioni in uno a due, in modo che i raggi di proiezione siano paralleli tra loro.
La prospettiva è la trasformazione di uno spazio vettoriale a tre dimensioni in uno a due, con raggi proiettanti convergenti in uno o più punti (fuochi).
Nel primo caso si proietta da distanza infinita (l’osservatore è posto nel punto improprio) sul piano di proiezione che coincide col piano del disegno l’oggetto da rappresentare secondo una direzione ortogonale o obliqua a detto piano. Se l’osservatore è a distanza finita si ottengono le proiezioni prospettiche, altrimenti si hanno le proiezioni assonometriche (distanza infinita).
Le proiezioni assonometriche consentono di evidenziare in una sola vista le tre dimensioni dell’oggetto. Le dimensioni rappresentate sono proporzionali alla vera dimensione, qualsiasi sia la distanza dal piano di proiezione.
In questo caso l’osservatore è all’infinito, raggi proiettanti sono paralleli e la faccia principale dell’oggetto non è parallela al piano di percezione.
Nella proiezione prospettica, invece, viene proiettato sul piano del disegno l’oggetto da rappresentare da un punto di vista a distanza finita, cioè da un preciso punto di vista.
Quindi le dimensioni rappresentate sono dipendenti dalla distanza tra l’osservatore e il piano di proiezione. La posizione dell’osservatore è l’unico punto di fuga.
Volevo partire dal delineare, approssimativamente, le differenze tra la tecnica rappresentativa dell’arte figurativa cinese e quella occidentale per poi chiedermi se comprendere questa differenza ci chiarisce meglio le differenze culturali fra Cina ed Occidente.
La faccio breve: salta subito all’occhio che in Cina manca il punto di vista personale, individuale. Non è né un bene, né un male – di per sé – è quello che differenzia quella cultura dalla nostra. Con tutto ciò che ne consegue.
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