Poniamo di abbandonare su di un’isola deserta un gruppo di persone con le stesse caratteristiche genetiche. Queste riprodurranno, generazione dopo generazione, quel tipo di caratteristiche. La mancanza di apporti esterni o varianti al codice, determinerà un aumento dell’incidenza di malattie genetiche che, alla fine, porteranno all’estinzione di quella comunità. L’omologazione genetica è, perciò, contro la vita.
Prendete ora una società o una comunità, nella quale vi sia una totale (o quasi) omologazione dei comportamenti sociali, ovvero delle coordinate culturali che continuano – anche grazie ad una certa chiusura verso il mondo esterno – a venire riprodotti, con sistematico impegno. Vedremo, allora, l’estinguersi delle novità, delle culture originali, degli intellettuali e l’insorgere di malattie sociali, che si presentano come fenomeni culturali di massa, sempre più ingestibili.
Di quale società stiamo parlando e quale potrebbe, dunque, essere il futuro di questo tipo di società? A voi l’ardua sentenza.
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