L’importanza di Dante e degli altri “pezzi da novanta” della nostra letteratura, per la lingua italiana, risiede nella sua forza rinnovatrice in direzione dell’unitarietà della lingua stessa. Questa unitarietà si è resa possibile oltre le divisioni ed inimicizie tipiche degli italiani e che ancor oggi sono un nostro tratto mai sopito, proprio attraverso la letteratura. Per secoli l’italiano è stato una lingua solo letteraria mentre, ad esempio, il francese si è formato come lingua unitaria per ragioni politiche e burocratiche statali, l’italiano si è imposto per ragioni di prestigio letterario.
Tuttavia, mentre a livello linguistico l’italiano è unitario, quando poi gli italiani aprono bocca, ognuno parla il proprio italiano, un italiano dialettizzato che solo negli ultimi decenni si è unificato attraverso la patina livellatrice della lingua tecnologica. Proprio in quanto lingua letteraria le sue strutture sono fissatrici e durano nel tempo.
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 con Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023 e con Amazon Kdp nel 2024.
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