di Sergio Mauri
Quello della mercificazione della cultura è un tema che non riguarda solo gli insegnanti o i sociologi o coloro che fanno cultura in senso più o meno ampio. In questa sede lo voglio leggere come tematica che riguarda i geografi culturali. I geografi culturali sono interessati alla mercificazione della cultura, cioè alla trasformazione in merce delle espressioni culturali materiali e immateriali e ai modi con cui la nostra cultura influenza i nostri consumi e ne viene a sua volta influenzata. I geografi culturali sono interessati alle modalità per mezzo delle quali ciò avviene, alla localizzazione di questi processi, alla loro densità e occorrenza nel tempo.
La discussione sulla mercificazione e sull’autenticità dell’eredità culturale riguarda pure l’industria del patrimonio, ovvero come viene impacchettato, semplificato e venduto il patrimonio culturale di un Paese. Questo processo ha ricadute notevoli sul piano turistico e quindi della produzione di ricchezza di un Paese. Ha ricadute attraverso un adeguato marketing che ne veicola contenuti che, con il giusto assemblaggio, diventano capitale immateriale passibile di valorizzazione economica, poiché concretizzabile in materiali momenti di godimento sensoriale. Tutto ciò da il senso concreto, nella sua quantificazione, della reificazione subito dalla cultura al giorno d’oggi.