L’annessione delle quattro regioni russofone dell’Ucraina da parte della Russia può avere una dimensione di realpolitik. Essa, probabilmente, intende spingere l’Occidente a proclamare l’annessione dell’Ucraina “rimanente” alla NATO, in modo da portare lo scontro a un livello di parità, congelando (nelle aspettative di Mosca) una possibile escalation che oltrepassi l’uso delle armi convenzionali. Questo al netto della retorica e delle ragioni politiche dei contendenti.
La situazione ora è di squilibrio, Russia con Donbas che si autolegittimano a usare le armi nucleari in caso di attacco (che Putin si guarderà bene dall’utilizzare) e un’Ucraina sola, aiutata dagli occidentali, ma senza (attualmente e ufficialmente) coperture nucleari. Se l’Ucraina viene inglobata nella NATO nessuno dei due potrebbe più fare “la prima mossa”, stabilizzando il conflitto e, in prospettiva, preparandone una via d’uscita, previa trattativa.
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.