di Sergio Mauri
La Prima Guerra si definisce come mondiale, o Grande Guerra, perché coinvolge anche Stati extraeuropei.
- Cause e inizio della guerra.
- Cause politiche:
- Desiderio di rivincita dei francesi verso i tedeschi, risalente alla guerra del 1870-71 e alla perdita dell’Alsazia e Lorena.
- Rivalità Austria-Russia per il predominio dei Balcani.
- Malcontento delle nazionalità presenti all’interno dell’Impero Austro-Ungarico.
- Crisi dell’Impero Ottomano e convergenza di interessi con l’Austria per la questione balcanica.
- Presenza di 2 schieramenti: Triplice Alleanza e Triplice Intesa.
- Cause economiche:
- Rivalità tra Gran Bretagna e Germania anche per le colonie e nei confronti della Russia.
- Rifornimento di materie prime.
- Cause militari:
- Corsa degli armamenti delle potenze dell’epoca, spinta soprattutto dagli industriali.
- Cause culturali:
- Nazionalismo, razzismo, darwinismo sociale, giovani e cambiamento sociale.
- Causa occasionale:
- L’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando, morte dello stesso e della moglie per mano del nazionalista serbo Gavrilo Princip, sostenuto da ambienti del governo di Belgrado. I serbi si opponevano alla separazione, messa in opera dalla politica dell’Austria, della nazione serba dai serbi di Bosnia.
- Tra il 29 luglio e il 4 agosto del 1914 tutta l’Europa è in guerra. I tedeschi attuano il piano Schlieffen che prevedeva un massiccio attacco alla Francia attraverso il Belgio. L’Italia si dichiara neutrale.
- Cause politiche:
Battaglia della Marna, con 500mila morti, a soli 35 chilometri da Parigi in cui l’avanzata tedesca viene bloccata dai franco-inglesi. Da allora si ha una guerra di posizione nelle trincee, a causa del sostanziale equilibrio tra le forze in campo.
- L’Italia in guerra.
Salandra proclama la neutralità dell’Italia. Si apre però un dibattito sulla possibilità di intervento contro l’Austria per avere Trento e Trieste. Si formano neutralisti e interventisti.
- Neutralisti: Giolitti e i liberali, maggioranza dei socialisti, maggioranza dei cattolici.
- Interventisti: nazionalisti, irredentisti, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Papini, piccola e grande borghesia, alti ufficiali. In buona parte si vuole concludere il Risorgimento.
In questo contesto notiamo il neutralismo iniziale di Mussolini che si tramuta poi in interventismo.
2.1 Patto di Londra.
Fu un trattato segreto firmato dal ministro Sonnino a nome dell’Italia, a prescindere dalla volontà neutralista del Parlamento, con le potenze dell’Intesa. Il Patto prevedeva molto di più di Trento e Trieste (l’Istria, la Dalmazia, Fiume, alcune isole greche, una zona mineraria in Turchia).
2.2 l’Italia in guerra.
L’Italia esce dall’Alleanza mentre il governo crea artificiosamente un clima di tensione. Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria.
- La grande guerra.
3.1 1915-16: gli avvenimenti sul fronte italiano.
L’esercito italiano non è pronto per la guerra.
La linea del fronte è tale per cui è difficilmente tenibile. Comandante supremo è Luigi Cadorna che istituisce una sorta di terrore tra i soldati. Fra giugno e dicembre 1915 si svolgono le prime 4 battaglie dell’Isonzo che non danno i risultati sperati. Gli schieramenti rimangono immobili. Nel giugno 1916 gli austriaci lanciano la Strafexpedition ed arrivano fino ad Asiago.
Tuttavia, gli austriaci non reggono perché devono spostare le forze sul fronte russo. Gli italiani conquistano i monti San Michele e Sabotino e liberano Gorizia.
3.2 1915-16: le vicende sugli altri fronti.
Il 1915 è tutto sommato favorevole agli Imperi Centrali. All’inizio del 1916 attaccano nuovamente in Francia e abbiamo le battaglie di Verdun (500mila morti) e della Somme (1milione di morti). L’offensiva russa del giugno 1916 fa arretrare i nemici e prende 400mila prigionieri. La Gran Bretagna attua un blocco navale per impedire ai tedeschi di arrivare alle materie prime e alle derrate alimentari. Nella battaglia dello Jutland i tedeschi cercano di rompere l’accerchiamento, ma il blocco navale inglese regge. Gli inglesi in Medio Oriente minano la tenuta ottomana fomentando la ribellione araba (Lawrence).
3.3 La svolta del 1917.
I tedeschi intensificano la guerra sottomarina. Viene affondato il transatlantico inglese Lusitania (nel 1915). La guerra sottomarina dei tedeschi danneggia il commercio tra USA, Gran Bretagna e Francia; perciò, il 6 aprile del ’17 gli USA entrano in guerra dalla parte dell’Intesa. Anche in Russia ci sono dei cambiamenti: in febbraio c’è la rivoluzione democratica, in ottobre la rivoluzione socialista. La Russia esce dal conflitto e il 3 marzo 1918 firma l’accordo di Brest Litovsk con grandi perdite territoriali.
3.4 Caporetto: la disfatta dell’esercito italiano.
La rivoluzione in Russia permette agli austro-tedeschi di spostare truppe sul fronte occidentale ed italiano. Il 24 ottobre ’17 gli austro-tedeschi sfondano a Caporetto. La disfatta italiana ha immediate ripercussioni politiche. Viene formato un nuovo governo (V.E. Orlando) e Cadorna viene sostituito dal generale Diaz.
Il Piave diventa la linea difensiva. Diaz fu meno spietato con i soldati curandone anche l’addestramento. La disfatta di Caporetto ha ragioni belliche e anche umane (logoramento e rifiuto della guerra). (Vedi Addio alle armi di Hemingway).
3.5 Il coinvolgimento dei civili.
Gli uomini sono al fronte mentre i civili, soprattutto donne, sono adibiti alla produzione bellica. Questa cambia la vita delle persone, accresce la coscienza delle donne.
3.6 Il nemico interno e la propaganda.
I governi dei paesi belligeranti sottopongono le rispettive popolazioni alla mobilitazione totale. La propaganda diventa uno strumento per irregimentare i cittadini colpendo i loro sentimenti ed emotività.
3.7 1918: la conclusione del conflitto.
L’attacco tedesco sul fronte occidentale si arena. Gli anglo-francesi hanno la meglio sulla Marna e Amiens. Gli italiani vincono la battaglia di Vittorio Veneto. Il 3 novembre a Villa Giusti, vicino Padova, viene firmato l’armistizio con l’Italia.
- L’inferno delle trincee.
4.1 La trincea fu il sistema difensivo per eccellenza usato nella guerra di posizione. Esse diventano ricettacolo di sofferenze e malattie, a causa del lungo tempo in cui i soldati dovevano rimanervi, espletando pure i propri bisogni.
4.2 Alla costante presenza della morte.
Morti nelle trincee e fuori, durante gli assalti a fuoco nello spazio intermedio fra le trincee; bombardamenti che precedevano gli assalti, generavano una costante situazione di angoscia e paura, in certi casi fino alla follia.
4.3 Perché combattere?
Un certo patriottismo e spirito di corpo e solidarietà regnava certamente tra le truppe. Il vero e proprio coraggio, tuttavia, fu appannaggio solo di una minoranza.
- La tecnologia al servizio della guerra.
5.1 Un’arma scientifica: i gas.
Oltre all’uso massiccio delle armi convenzionali, si usano anche le armi chimiche. Ricordiamo l’uso del “gas mostarda” o iprite, da parte dei tedeschi per la prima volta nel 1915, seguiti poi da altri eserciti. L’industria, grazie al conflitto, si sviluppò insieme alla scienza. L’industria automobilistica fornì mezzi agli eserciti. La radiofonia permise lo sviluppo delle telecomunicazioni al fine di velocizzare le catene di comando o fornire informazioni.
5.2 nuovi strumenti per la guerra.
I mezzi aerei, i carri armati, il sottomarino furono i nuovi mezzi di guerra. Soprattutto quest’ultimo mezzo usato ampiamente dai tedeschi, lo ricordiamo per l’affondamento del transatlantico inglese Lusitania con armi e passeggeri a bordo. Evento che servì agli Stati Uniti per entrare in guerra nel ’17 a fianco dell’Intesa.
- Il genocidio degli Armeni.
6.1 Le vicende del popolo armeno.
Origine di questo crimine furono il nazionalismo e l’intolleranza religiosa. Il popolo armeno era parte dell’Impero Ottomano che dovette concedere l’indipendenza alle minoranze cristiane: greci, rumeni, bulgari, serbi. Contro le rivendicazioni degli Armeni vi furono delle sommosse popolari. L’avvento al potere dei Giovani Turchi, ipernazionalisti, acuì i problemi con gli Armeni che, durante la guerra – in parte – disertarono per non combattere contro i russi. Ciò rese il governo sospettoso verso di loro.
6.2 Un milione di morti, metà degli Armeni.
Nel febbraio 2015 fu decisa dal governo turco l’eliminazione sistematica degli Armeni. Tra malattie, violenze e campi di concentramento i morti furono circa un milione.
6.3 La negazione del genocidio.
Il governo turco continua a negare il genocidio, attribuendo le morti alle privazioni del periodo di guerra.
- I trattati di pace.
7.1 Ideali e interessi.
Conferenza di pace di Parigi: protagonisti Wilson, Clemenceau, Lloyd George, Orlando. Si stilarono, grazie a Wilson, 14 punti che richiamavano il principio dell’autodeterminazione secondo la lingua, le tradizioni, il territorio. Si richiamava inoltre a non stilare più accordi segreti. La Francia puntava ad indebolire la Germania, la Gran Bretagna a non distruggere la Germania, ma comunque ad eliminarne la flotta e a spartirsi le sue colonie. L’Italia pretendeva quanto promesso nel Patto di Londra. Gli USA intendevano imporre la loro supremazia politico-economica.
7.2 Il prevalere della linea punitiva.
Dopo un anno e mezzo di trattative prevalse la linea punitiva della Francia.
7.3 La nuova carta d’Europa.
Sparirono 4 imperi: quello russo, quello austro-ungarico, quello tedesco e quello ottomano. Col Trattato di Versailles del 28 giugno 1919 la Germania è riconosciuta come maggiore responsabile del conflitto. Le vengono imposti: danni di guerra impossibili da pagare, mantenere ridotti la flotta e l’esercito, privata delle colonie, Alsazia e Lorena alla Francia, permesso di sfruttare per 15 anni le miniere della SAAR alla Francia, il corridoio polacco e la città di Danzica sotto il controllo internazionale. L’Italia non riceve tutto ciò che vuole e per protesta la sua delegazione abbandona i colloqui. Quando vi tornò gli altri paesi si erano già spartiti le colonie tedesche.
7.4 La fine della centralità europea.
Emerge il ruolo degli Stati Uniti che diventano la prima potenza mondiale e i principali creditori degli Stati europei.