Non scrivo queste righe per rispondere a quelli come Pansa Giampaolo. Altri lo hanno fatto e molto bene. Voglio solo fare un ragionamento.
Si può affermare tutto ciò che si vuole, ma nel momento in cui si perde, ovviamente si ha torto. Dalla caduta del Muro di Berlino è stato tutto un fiorire di attacchi alla Resistenza e glorificazione di torturatori, stupratori e massacratori nazifascisti. Non che prima fosse stato tutto rose e fiori. Tutt’altro: l’anticomunismo, visto come attacco alla storia e coscienza delle classi subalterne, era all’ordine del giorno. Ma i comunisti si difendevano. In questi ultimi 30/40 anni, tuttavia, ci sono stati un pò di cambiamenti. Una parte dei comunisti hanno mollato perché direttamente cooptati nel sistema capitalista italiano (politica, sindacalismo, amministrazioni pubbliche). Quelli che non ne volevano sapere hanno avuto la terra bruciata intorno, grazie ad una propaganda martellante e fatta di falsità.
Dai libri di Pansa contro la Resistenza e la sua memoria in poi, tutte queste operazioni si svolgono per un fine chiaro e preciso: unire finalmente il popolo italiano. Dopo l’omologazione occorsa nella vita quotidiana, nella prassi di vita, si cerca da tempo di omologare gli italiani anche nell’ideologia. La Resistenza è un terreno ancora aspro e che si oppone a questo processo. Tuttavia, è evidente che, in fondo, è un’operazione impossibile, perché questa unificazione omologante, non sarà mai attuabile del tutto. Se non – forse – con la forza bruta! Sarà impossibile fino a che ci saranno così tanti interessi diversificati – economici, sociali – nella collettività, che, nemmeno con la forza bruta sarà possibile eliminare.
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