Febbraio 21, 2007
E’ partita la rivoluzione della previdenza complementare. Dal 1 gennaio e fino al 30 giugno, 11 milioni di lavoratori dipendenti privati (esclusi, per il momento, gli oltre tre milioni di lavoratori pubblici), dovranno decidere dove destinare il proprio Tfr. il Governo prevede che aderisca alle forme di previdenza complementare complessivamente il 40% dei lavoratori dipendenti, quindi circa 4,8 milioni di persone, un balzo significativo rispetto ai lavoratori che attualmente aderiscono ai fondi preesistenti e di categoria (oltre 1,8 milioni).
Vi sono tre opzioni:
1.decidere di conservare la vecchia liquidazione. La scelta del lavoratore di lasciare il proprio Tfr in azienda sarà revocabile: sarà cioè sempre possibile decidere di trasferirlo ai fondi pensione;
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versare i soldi del trattamento di fine rapporto nel fondo di previdenza della categoria di appartenenza;
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versare i soldi del trattamento di fine rapporto nel fondo pensione integrativo di propria scelta; Il lavoratore che opterà per i fondi pensione vedrà affluire nella sua previdenza complementare anche il contributo del datore di lavoro, sempre che gli accordi o i contratti collettivi lo prevedano.
Sia che si opti per la prima che per le altre due opzioni, la scelta effettuata deve essere comunicata, attraverso una dichiarazione scritta, al proprio datore di lavoro.
Nel caso in cui non si effettui nessuna delle tre scelte, in base al meccanismo del silenzio assenso, il Tfr sarà destinato al fondo di previdenza della categoria alla quale il lavoratore appartiene. Per i lavoratori delle imprese con oltre 50 dipendenti, il Tfr inoptato (ovvero quello delle persone che decidono di lasciarlo in azienda) verrà versato in un fondo della Tesoreria presso l’Inps mantenendo per il lavoratore le stesse garanzie in termini di rendimenti e di richieste anticipate della liquidazione (acquisto prima casa e spese mediche). Trenta giorni prima della scadenza dei 6 mesi, il datore di lavoro deve comunicare al lavoratore che ancora non abbia presentato alcuna dichiarazione, le necessarie informazioni sulla forma pensionistica collettiva alla quale sarà trasferito il TFR futuro in caso di silenzio del lavoratore.
Ultima precisazione. La destinazione del TFR futuro ad una forma pensionistica complementare, riguarda esclusivamente il TFR futuro. Il TFR maturato resta accantonato presso il datore di lavoro e sarà liquidato alla fine del rapporto di lavoro con le rivalutazioni di legge.
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