di Sergio Mauri
«Per semiosi io intendo un’azione, una influenza che sia, o coinvolga, una cooperazione di tre soggetti, come per esempio un segno[1], il suo oggetto[2] e il suo interpretante[3], tale influenza tri-relativa non essendo in alcun caso risolubile in un’azione tra coppie». Per essere compreso, l’interpretante, essendo a sua volta un segno, richiede di essere interpretato da un altro segno, e così via in una catena che Peirce chiama SEMIOSI ILLIMITATA. QUINDI, qualsiasi segno è passibile di dare il via a una catena teoricamente infinita di interpretazioni e di traduzioni. Tale fuga degli interpretanti teoricamente infinita trova però il suo compimento (almeno transitorio) nell’INTERPRETANTE LOGICO FINALE (ABITO/ABITUDINE). Esempio: “Al fuoco!” O anche articoli giornalistici su eventi.
[1] Il SEGNO O REPRESENTAMEN: è QUALCOSA che sta a QUALCUNO per QUALCOSA sotto qualche rispetto o capacità (non sotto tutte le capacità o i rispetti: ma solo a partire da una determinata scelta di pertinenza). È qualcosa che sta per qualcos’altro, ovvero per il suo oggetto à «mera rappresentazione» (stare in relazione con, stare per…). È un representamen che suscita un interpretante mentale. La base del representamen è la concezione o l’idea dell’oggetto. Representamen ha un significato più vasto del termine segno perché si può riferire anche al primo elemento di processi di semiosi che non hanno un interprete dotato di mente.
[2] L’OGGETTO: ciò per cui il segno sta, o anche, ciò cui il segno rinvia. può essere un oggetto percettibile, o soltanto immaginabile o anche inimmaginabile à di esso si deve possedere una «previa conoscenza» affinché il processo di semiosi abbia luogo. Si distingue in: dinamico, quando il segno non lo esprime, ma lo indica; iniziatore del processo di semiosi; immediato, deve mirare idealmente all’oggetto dinamico, l’oggetto considerato sotto un certo rispetto.
[3] L’INTERPRETANTE: l’effetto o risposta, di tipo intellettuale o pratico, suscitata nell’interprete dal segno o representamen. Reazioni emotive, comportamenti; non immagini mentali che sarebbero invece la comprensione del segno.
(l’INTERPRETE: deve esserci qualcuno a cui il segno si rivolge, che coglie il legame tra segno e oggetto).