La stampa periodica. In Inghilterra e Olanda non c’erano strumenti di censura preventiva. Ciò determina un fiorire di iniziative editoriali. In Cina abbiamo una Gazzetta Imperiale[1] contenente informazioni dell’imperatore e indirizzata a tutte le province cinesi. Anche in Europa ne abbiamo, sono strumenti di comunicazione politica.
Periodici letterari che discutono delle novità editoriali e le idee che vi circolano. Anche oggi ne abbiamo (L’Indice dei libri, e vari supplementi ai quotidiani) diversi. Anche a livello internazionale: Le Monde Libri, Times libri, New York Review of Books.
Questo tipo di periodici nascono a fine Seicento, sintomo dell’esistenza di un pubblico di lettori. A fine Seicento in Francia abbiamo il Journal de Savans. Il primo numero esce nel 1665.
[vedi anche –> Royal Society – Philosophical Transactions]
Anche l’Academie Francaise è da vedere online. Tutte queste iniziative danno luogo alla cosiddetta Republique de Lettre (la repubblica delle lettere), uno spazio europeo di libera circolazione di prodotti editoriali, di edizioni scientifiche e di una circolazione culturale.
In Inghilterra, dove pur esiste una certa libertà di espressione, si discrimina il cattolicesimo.
Abbiamo il Licensing Act con sui si regolamenta l’editoria. Dal 1695 non sarà più rinnovato questo regolamento e rimarranno in piedi solo le leggi sulla calunnia. Poi abbiamo i periodici di filosofia morale, di costume: il The Spectator (à Joseph Edison & Steel).
Vedi: Internet Library of Early Journals.
Vedi anche: The Tatler (–> Richard Steel).
Sorgono anche periodici di informazione politica: The gentlemen’s or Monthly Intelligencer.
Ancora: The Craftsman (–> Henry Saint John Bolingbroke).
Vedi anche: Edmund Burke, animatore dell’Annual Register.
I primi anni dell’Ottocento vede l’Inghilterra molto presente con la stampa periodica. Abbiamo: The Edinburg Review; Monthly Review (Bentham); The Critical Review.
Perché le versioni digitalizzate di periodici antichi sono importanti? Perché a parte le maggiori biblioteche, non si possono reperire (difficile reperimento).
Fonti a carattere giornalistico: in vari paesi da tempo sono in corso progetti di digitalizzazione dei periodici e dei giornali.
Un tempo i giornali erano conservati in formato cartaceo, molto grande (folio), di materiale non pregiato; sono di difficile conservazione. Abbiamo poi la microfilmatura dei giornali con tutto ciò che concerne le difficoltà di lettura dei microfilm.
A Firenze presso la Biblioteca Centrale Nazionale c’è la più grande collezione di giornali d’Italia. Poi: La Stampa ha un suo archivio storico; il Corriere della Sera; L’Avanti (presso l’archivio del Senato); l’Unità (dal 1946 al 2014 mentre non sono più accessibili gli anni dal 1921); The British Newspapers Archive; Les principaux quotidiens (di Gallica).
L’edizione critica del Caffè, di Francioni, non è sostituibile da una digitalizzazione.
[1] Non è a caratteri mobili, ma impressa con delle tavole di legno.