È difficile pensare che non ci sia una regia da oltreoceano negli atteggiamenti discutibili assunti dal nostro governo nei confronti di altri Stati membri dell’Europa (Francia, Slovenia, Croazia). La base che li accomuna è la volontà di dividere l’Europa, passo dopo passo. A qualsiasi costo.
In Italia anche dopo la caduta del fascismo hanno continuato ad operare i fascisti in chiave anticomunista, assoldati e sostenuti con profusione di mezzi, dagli Stati Uniti.
Ora la superpotenza d’oltreoceano trova disponibili questi esponenti politici, con cui ha una maggiore empatia ideologica e culturale, al fine di ridisegnare il mondo. O per lo meno tentare di farlo. Dividere l’Europa o cercare di indebolirla tramite piccole o grandi diatribe interne anche a carattere territoriale, è uno dei capisaldi dell’intervento USA che, nell’euro, ha sempre visto un concorrente che non avrebbe dovuto esserci.
Di converso il nostro governo trova lì una sponda a causa della situazione grave in cui si ritrova economicamente. La riprova di quanto sostengo è data dal fatto che, sull’argomento, c’è uno schema informativo e politico euro-atlantico che sta funzionando a pieno ritmo.