La morte di Daria Dugina in un attentato alla periferia di Mosca ci può dire alcune cose. Innanzitutto, anche se non sappiamo ancora nulla di certo sulla matrice, i mandanti e le finalità, tutte cose che richiederanno tempi lunghi per avere un minimo di spiegazione sensata, innanzitutto, dicevo, che chi ha compiuto questo attentato è di un certo livello organizzativo. Non è necessariamente un gruppetto che si è mosso da Kiev ad averlo fatto, anche se i mandanti potrebbero essere in Ucraina. Ma forse più probabile ancora è che i mandanti siano interni alla Russia stessa. La prima cosa che mi viene in mente, forse la più banale, è che l’attentato sia contro la politica di Putin. Questo potrebbe essere, ma non nel senso di un riavvicinamento all’Occidente e per la fine del conflitto in Ucraina, ma ipoteticamente per portare, come sempre fanno gli attentati terroristici, a un inasprimento delle misure interne ed esterne che la Russia dovrebbe e potrebbe adottare nel solco dei propri interessi. Potrebbe pure esserci uno scontro interno alla classe dirigente russa, ma non nel senso di uno scontro democrazia/autocrazia tanto caro agli occidentali, ma tra una fazione più estremista di Putin e Putin stesso. Sono tutte ipotesi. Vedremo quanti anni o decenni serviranno a chiarire questo episodio in terra russa.
** AGGIORNAMENTO **
L’FSB ha annunciato che l’indiziata numero uno sarebbe una donna ucraina, ora rifugiata in Estonia (!) che abitava nello stesso condominio di Dugin (!!).