di Sergio Mauri
La guerra di successione spagnola. In Spagna con la morte di Carlo II° si estinse la dinastia degli Asburgo. Il re aveva designato come suo erede Filippo d’Angiò, nipote del Re Sole a condizione che le corone di Spagna e Francia restassero separate. Egli così divenne Filippo V° di Borbone dando inizio alla dinastia borbonica ancor oggi sul trono di Spagna. Ma la Francia intendeva sfruttare la situazione a suo favore e scatenò una guerra che vide coinvolta la Francia contro l’Inghilterra, l’Olanda, l’Impero e il Ducato di Savoia. La guerra durò 14 anni e si concluse con la pace di Utrecht che stabilì il principio di equilibrio tra le potenze e la Spagna dovette cedere i possedimenti italiani all’Austria tranne la Sardegna che fu concessa al Duca di Savoia che ottenne il titolo di re di Sardegna.
La guerra di successione polacca. Anche in Polonia alla morte di re Augusto II° si scatenò una guerra di successione con alleanze complicate (1733-1738) che si concluse con una serie di trattati che cambiarono il volto dell’Europa. Il Regno di Napoli e Sicilia divenne autonomo e fu affidato a Carlo di Borbone. Il Granducato di Toscana passò agli Asburgo e la Polonia scomparve dalle carte europee, assorbita da Prussia, Russia e Austria.
La guerra di successione austriaca. Alla morte di Carlo VI° l’erede principale era la figlia Maria Teresa. A causa della legge salica non tutti gli Stati europei erano d’accordo e scoppiò una guerra di successione che vide coinvolti vari Stati europei in varie alleanze. La Pace di Aquisgrana rafforzò la Prussia e consentì a Maria Teresa di governare sebbene in qualità di imperatrice consorte.