Eudosso di Cnido, un matematico e astronomo greco del IV secolo a.C., è noto per aver sviluppato il sistema delle sfere omocentriche, un modello che cercava di spiegare i movimenti celesti con la Terra al centro dell’universo. Questo sistema si basa sull’idea che ogni pianeta è incastonato in una serie di sfere concentriche, tutte con un centro comune: la Terra.
Struttura del Sistema. Composizione delle Sfere. Eudosso propose un modello complesso che includeva:
- Tre sfere per il Sole e tre per la Luna.
- Quattro sfere per ciascuno dei cinque pianeti visibili (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno).
- Una sfera aggiuntiva per le stelle fisse, portando il totale a 27 sfere.
Funzionamento delle Sfere.
- La sfera più esterna ruota in 24 ore da est a ovest, simulando il movimento diurno delle stelle fisse.
- Le sfere interne sono collegate in modo tale che il movimento di una sfera influenzi quello della sfera sottostante. Questo permette di spiegare i movimenti apparenti dei pianeti nel cielo, inclusi fenomeni come la retrogradazione, dove un pianeta sembra invertire temporaneamente il suo movimento.
Limitazioni del Modello.
Nonostante la sua innovazione, il sistema delle sfere omocentriche presentava alcune limitazioni significative:
- Non riusciva a spiegare le variazioni di luminosità dei pianeti durante i loro cicli.
- Anche se Eudosso tentò di affrontare questi problemi con l’aggiunta di sfere supplementari, il modello rimaneva insufficiente per descrivere completamente i movimenti celesti.
Influenza Storica.
La teoria delle sfere omocentriche influenzò profondamente l’astronomia fino all’epoca di Copernico. Aristotele adottò e ampliò il modello di Eudosso, aggiungendo ulteriori sfere per cercare di armonizzare i vari movimenti planetari in un unico sistema coerente. Sebbene il sistema geocentrico fosse infine superato dall’eliocentrismo, l’approccio geometrico di Eudosso rappresenta un passo fondamentale nello sviluppo della cosmologia antica e nella comprensione dei moti celesti.