[Ripubblico un post del 29 Dicembre 2006]
Saddam deve essere “giustiziato”. E forse è giusto così…. Ripercorriamo una tappa della sua vicenda.
14/11/2006: Secondo Andrea Pellegrino, gip del troncone milanese nello scandalo Oil for food, gli illeciti vanno considerati in maniera molto grave. L’accusa formulata da Pellegrino è di “corruzione internazionale”; il pm Alfredo Robledo ha così bloccato le soome equivalenti ai profitti illeciti incassati dalle società italiane Cogep e Nrg Oils, più tutte le mazzette pagate dal 2000 al 2002 (oltre 4 milioni di euro).
Il sequestro colpisce direttamente 5 soci/amministratori delle 2 aziende inquisite, tra cui c’è anche Marco Mazarino De Petro, già amico e collaboratore di Formigoni, che non risulta – invece – indagato.
La commissione d’inchiesta dell’ONU “accerta in particolare che la quasi totalità del petrolio” è stata assegnata a società intermediarie che rivendevano il greggio ad un prezzo maggiorato trattenendo una quota di profitto illecita e versando tangenti a funzionari irakeni.
Questo lo schema dell’intrallazzo: l’Iraq di Saddam vende 24milioni di barili (assegnatario Formigoni che segnala le 2 aziende italiane a Tarek Aziz, secondo il gip) di greggio alla Nrg Oils a alla Cogep. Le 2 società rivendono, a prezzo maggiorato, il greggio, versando la “cresta” su conti esteri riservati. Dal 2000 al 2002 le 2 società versano tangenti su conti segreti intestati a funzionari petroliferi irakeni tra Beirut e Amman.
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