di Sergio Mauri
Trama.
Marta è una giovane donna sposata con Rocco Pentagora. Il marito scopre che la moglie ha un ammiratore, tal Gregorio Alvignani, che le manda delle lettere. Il marito allora accusa la moglie di adulterio e caccia la moglie da casa. La cacciata da parte del marito rende Marta una sorta di “paria”, un’esclusa ed intoccabile, facendo si che sia disprezzata da tutti, anche se nulla in verità ha commesso.
Il padre di Marta si isola nella sua camera. Al momento del parto di Marta muore, come il bambino di lei. Così, al culmine della disperazione, la famiglia subisce ingiustizie da parte dei compaesani, ormai al corrente dei fatti accaduti; dopo la morte del padre la conceria viene affidata a Paolo Sistri. L’attività fallisce e la famiglia finisce sul lastrico. Marta si mette a studiare e partecipa, pur senza l’appoggio dell’ex-marito Rocco, della madre Agata e dell’unica amica rimasta, Anna, al concorso per il posto di maestra presso la scuola dell’istituto.
Marta vince il concorso, ma viene esclusa e sostituita da una raccomandata. La madre decide di parlare col direttore della scuola, che le concede un posto. Nonostante ciò, Marta viene costretta dalle alte cariche del paese a fingersi malata. Si profila una sorta di persecuzione nei confronti della donna. Il direttore, aiutato dall’ormai deputato Alvignani, trova di nuovo una soluzione, trasferendo Marta a Palermo insieme alla sorella e alla madre.
La vita migliora molto a Palermo: non essendo conosciuta in città, Marta a scuola Marta si trova bene, e anche molti colleghi le fanno la corte. Durante il soggiorno palermitano, Marta incontra nuovamente l’Alvignani e, credendo di esserne innamorata, ha un figlio da lui. Viene, quindi, chiamata dalla madre di Rocco, anche lei accusata d’infedeltà, che le chiede di visitarla, perché molto malata. Marta chiama subito Rocco e, i due vegliano insieme le ultime ore della madre. In seguito, Marta viene completamente riaccettata in famiglia, nonostante il fatto che per la prima volta sia accaduto davvero un tradimento.
Commento.
L’esclusa è un romanzo di Pirandello, finito di scrivere nel 1893. Fu pubblicato a puntate nel 1901 sulla rivista La Tribuna e nel 1908 in volume. Il titolo originario dell’opera doveva essere Marta Ajala. Qui Pirandello lavora sullo sfondo tipico del Verismo, descrivendo quindi le dinamiche sociali, i pregiudizi dell’epoca. In questo romanzo Pirandello aggiunge una vicenda che rimanda ai paradossi del dramma esistenziale e del contrasto tra sostanza ed apparenza. Pirandello nel romanzo fa i conti col relativismo della conoscenza, concetto secondo il quale per l’individuo è possibile solamente un avvicinamento alla conoscenza della realtà, ma mai sarà possibile una piena conoscenza della stessa. Entrambi i personaggi sono convinti di possedere la verità: la moglie considerata “adultera”, ma in realtà innocente, cacciata di casa, il marito che crede la moglie colpevole e pensa che il cacciarla di casa sia la soluzione migliore, sebbene sarà poi afflitto dai sensi di colpa. Nel finale poi, il paradosso di una “colpevolezza” che non si vede, perché consumata lontano dall’ambiente d’origine, diventa innocenza e riaccettazione entusiasta in famiglia.
Il tradimento, poiché anche di questo si parla in questo romanzo, era stigmatizzato in modo molto deciso e doloroso. Dunque, il tema fu trattato con un certo coraggio. Pirandello fu testimone delle profonde contraddizioni della società borghese tra ‘800 e ‘900. Fu cosciente del disagio e crisi della sua epoca, in seguito alla dissoluzione del positivismo. Egli smascherò le contraddizioni di quella cultura e delle ipocrisie dell’epoca. Fu autore eclettico che riuscì a rappresentare il senso di smarrimento dell’uomo, il relativismo, la frammentazione della realtà. Secondo Pirandello la vita è priva di verità, è lontana dai concetti umani di valore. Egli, quindi, non da soluzione al contrasto.
Anche in questo romanzo possiamo notare che lo stile di Pirandello è molto più semplice e spedito di quello di Verga. È un linguaggio senza grandi complessità che cerca di parlare al borghese medio; sembra di leggere un romanzo contemporaneo.