di Sergio Mauri
Ci rivolgiamo ora a un’opera della seconda fase del pensiero heideggeriano, la fase della kehre; vedremo alcuni collegamenti, nella Lettera sull’umanismo, con l’esistenza e la temporalità di Essere e tempo. Alcuni punti essenziali di Essere e tempo si ripresentano nella Lettera. Siamo a fine 1946. L’opera è di una settantina di pagine. Heidegger nel 1946 si trova in un periodo angosciante e buio. È un periodo in cui Heidegger si trova tra l’incudine e il martello, tra gli anti-nazionalsocialisti e i nazionalsocialisti stessi. Bouffret gli da un’occasione, una possibilità. Perché dagli ambienti francesi? Perché tra le due guerre ci fu un lavoro che vide in J.P. Sartre il fautore di uno scavo del pensiero heideggeriano. La questione che interessava a Sartre era la questione dell’esistenza. Sostanzialmente Essere e tempo, che viene recepito in Francia. Quella di Sartre è una ripresa di qualità. C’è un altro filosofo che contribuisce alla riscoperta di Heidegger, Emmanuel Levinas, fenomenologo. Egli si recò nel 1928-29 a Freiburg per sentire Husserl. Levinas incontra Heidegger, ne scopre l’originalità, ne riscopre i motivi autentici della filosofia husserliana. Levinas porta la fenomenologia in Francia. Levinas è di famiglia ebraica lituana, fuggita in Francia. Criticherà la scelta del ’33 di Heidegger. Da un’interpretazione filosofica e una personale di Heidegger. Attraverso l’attenzione teoretica contribuisce alla diffusione di Heidegger negli ambienti accademici.
Su questo scenario cresce l’attenzione, la curiosità, la ricerca intorno a Heidegger. Bouffret vuole entrare in contatto con Heidegger. Lo fa attraverso una lettera nel 1945, nella fase finale della guerra. Qui abbiamo la famosa domanda su come intendere l’umanesimo. Il problema dell’Esserci ed etica si compenetrano. La questione dell’etica, dice Heidegger, deve essere collocata sul piano ontologico-esistenziale dell’Esserci. Jean Bouffret amplia il problema toccando una dimensione che riguarda il concetto di uomo e in relazione al problema dell’Esserci heideggeriano.
Bouffret entra nel nucleo del problema laddove l’essere dell’Esserci tocca il suo agire. Per Heidegger l’Esserci è una ridefinizione fondamentale dell’uomo. Dunque, l’Esserci non agisce in base a norme morali, rimane ancorato al problema ontologico. Perciò Heidegger coglie con entusiasmo e positività la lettera di Bouffret e vi risponde con settanta pagine. La questione dell’etica richiederebbe una sua più precisa determinazione.
La Lettera inizia con una frase importante: “Noi non pensiamo ancora in modo abbastanza decisivo l’essenza dell’agire”, il cui terreno retrostante è quello dell’etica. L’etica e l’agire dice Heidegger si fondano sulla comprensione dell’essere e sull’ontologia dell’essere. Heidegger, inoltre, critica il concetto di umanismo, come fondato su una nozione non solo metafisica, ma anche tradizionale e sedimentata sull’uomo e l’umanità.
Heidegger nella Lettera vuole tenere insieme l’interpretazione umanistica e quella dell’uomo ontologicamente intesa. Heidegger determina l’essere umano come un agire pensante, non semplicemente calcolante. Il pensare in Heidegger consiste nel pensare l’essere, quindi, anche la dimensione umanistica dovrà indirizzarsi in tal direzione.