di Sergio Mauri
Parlare di Ludwig Wittgenstein è un’impresa da pazzi, una sfida impossibile. Chiaramente in molti ne hanno parlato, in molti ne parlano ancora. Iniziamo a delinearne alcuni, parziali aspetti.
Biografia.
Ludwig Wittgenstein è nato il 26 aprile 1889 a Vienna, in Austria, in una famiglia ricca e influente. È stato il più giovane di otto figli di Karl Wittgenstein, un industriale, e di Leopoldine Kalmus.
Da giovane, mostrò un grande interesse per la matematica e la filosofia, studiando ingegneria a Berlino e poi matematica e logica sotto la guida di Bertrand Russell all’Università di Cambridge. Durante questo periodo, sviluppò le prime idee che sarebbero state esposte nel suo lavoro filosofico successivo.
Il suo primo capolavoro, il “Tractatus Logico-Philosophicus“, fu pubblicato nel 1921. Quest’opera rappresenta il suo “primo periodo” filosofico ed è una delle sue opere più influenti. Dopo la pubblicazione del “Tractatus“, Wittgenstein si ritirò per un periodo dalla filosofia e svolse diversi lavori, tra cui insegnante elementare in Austria.
Negli anni ’30, Wittgenstein tornò all’Università di Cambridge e iniziò il suo “secondo periodo” filosofico, in cui si concentrò sulla filosofia del linguaggio ordinario e sulla comprensione del significato. Durante questo periodo, non scrisse molto, ma ebbe un’influenza significativa su molti filosofi e studenti.
Wittgenstein non pubblicò molte opere durante la sua vita, ma lasciò un impatto duraturo sulla filosofia. Morì di cancro al prolasso il 29 aprile 1951 a Cambridge, lasciando dietro di sé un corpus di lavoro che continua ad essere studiato e discusso in tutto il mondo.
Oltre alla sua influenza nella filosofia, Wittgenstein è anche noto per la sua personalità intensa e per il suo carattere complesso. La sua vita è stata oggetto di interesse per molti biografi e studiosi, che cercano di comprendere non solo il suo pensiero filosofico, ma anche la sua vita e le sue motivazioni personali.
Pensiero.
Ludwig Wittgenstein è stato uno dei filosofi più influenti del XX secolo, noto per il suo lavoro in due periodi distinti, spesso indicati come il “primo Wittgenstein” e il “secondo Wittgenstein”.
Nel suo primo lavoro, rappresentato principalmente dal libro “Tractatus Logico-Philosophicus“, Wittgenstein si concentrava sulla logica, sul linguaggio e sulla natura della realtà. Nel “Tractatus“, sosteneva che molte delle questioni filosofiche tradizionali erano il risultato di malintesi linguistici e che il linguaggio aveva dei limiti ben definiti nel descrivere il mondo. Propose l’idea che la logica potesse essere utilizzata per chiarire le proposizioni significative, affermando che ciò di cui non si può parlare in modo significativo deve essere tralasciato.
Successivamente, nel suo “secondo periodo”, Wittgenstein si allontanò da molte delle sue precedenti concezioni filosofiche. Nel suo lavoro successivo, rappresentato principalmente dai “Quaderni Blu” e dal “Lezioni e Conversazioni sull’Estetica, la Psicologia e la Credenza Religiosa”, si interessò maggiormente alla filosofia del linguaggio ordinario e al modo in cui le parole vengono utilizzate nella vita quotidiana. Qui, Wittgenstein si concentrò sulla comprensione del significato attraverso l’uso pratico del linguaggio e sull’analisi dei giochi linguistici, sottolineando il legame tra il linguaggio e il contesto in cui viene impiegato.
Il pensiero di Wittgenstein ha avuto un’enorme influenza sulla filosofia del linguaggio, sulla filosofia della mente e su altri campi della filosofia contemporanea. La sua riflessione sul linguaggio come strumento per la comprensione della realtà e sulla sua relazione con il mondo circostante ha portato a profonde discussioni sulla natura della conoscenza, del significato e della comunicazione umana.
Alcune opere.
Ludwig Wittgenstein ha scritto principalmente due opere significative, una per ciascun periodo distintivo del suo pensiero filosofico:
- “Tractatus Logico-Philosophicus” (1921): Questo libro rappresenta il lavoro principale del suo “primo periodo” filosofico. Nel “Tractatus“, Wittgenstein sviluppa la sua teoria logica del linguaggio, sostenendo che molte delle questioni filosofiche tradizionali derivano da problemi di linguaggio e che il linguaggio ha dei limiti precisi nel descrivere il mondo. La famosa affermazione finale del “Tractatus” è: “Su ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere”.
- “Investigazioni filosofiche” (Philosophical Investigations) (pubblicato postumo nel 1953): Quest’opera rappresenta il suo “secondo periodo” filosofico. In questo libro, Wittgenstein cambia radicalmente prospettiva, concentrandosi sul linguaggio quotidiano e sull’uso pratico delle parole. Esamina i giochi linguistici, la relazione tra il linguaggio e il mondo e la natura del significato, esplorando come le parole vengono utilizzate nel contesto della vita quotidiana.
Oltre a queste opere principali, Wittgenstein ha lasciato anche altri scritti e appunti, come i “Quaderni Blu” (Blue and Brown Books) e “Lezioni e Conversazioni sull’Estetica, la Psicologia e la Credenza Religiosa” (Lectures and Conversations on Aesthetics, Psychology, and Religious Belief). Questi testi sono stati pubblicati postumi e rappresentano un’ulteriore esplorazione delle sue idee filosofiche nel “secondo periodo”. La sua opera è stata ampiamente studiata e interpretata, suscitando dibattiti e discussioni profonde nel campo della filosofia del linguaggio e della filosofia della mente.