Destarono fastidio e scalpore alcune dichiarazioni del Papa (Benedetto XVI) in visita pastorale in Austria (7-9 Settembre 2007), nota terra vandeana e sempre sull’orlo di rigurgiti d’intolleranza. Lì il Papa dichiarò – come sempre – l’esistenza di verità incontrovertibili che, ovviamente, vanno nella direzione del rafforzamento della visione cristiano-cattolica del mondo. A cui uniformarsi. Tutt’al più, una volta ritornati nel gregge (atei e laici di tutte le risme!), il beneplacito e il perdono del Papa non si lasceranno attendere. Ci mancherebbe altro. Premetto che non solo sono laico (ma non laicista), ma credo che il cristianesimo in mano a certi Papi-politicanti divenga arma pericolosa, che andrebbe sottratta a chi – come B16 – la maneggia con tale superficiale disinvoltura.
Come risposero i laici? Con articoli, dichiarazioni e moti di stizza. Il problema che non si vuole affrontare, però, dalla parte laica, è quello di non essere più in grado di proporre all’uomo un disegno, un progetto di futuro ed una visione del mondo che siano in grado di relegare nel privato (dove dovrebbe degnamente rifugiarsi) la dimensione religiosa delle persone. Una dimensione che non può pretendere di condizionare la vita di tutti.
Sono secoli che la Chiesa promette il regno dei cieli, dopo essere naufragata, nel cristianesimo degli inizi, sulla venuta del regno del Signore in terra. Avendo fallito sul piano della dimostrabilità del messaggio, si è ben attrezzata a mettersi su di un piano inattaccabile, su quello del regno dei cieli. Ma la Chiesa in ciò è ancora forte, è inutile negarlo. E’ in grado non solo di consolare in questa vita, ma anche di promettere un aldilà nel quale regneranno solo l’amore e l’equità. La laicità, il laicismo, non sono più in grado di proporre in questa vita dei modelli veramente degni, per cui valga la pena di vivere ed impegnarsi. Perché la sfida era ed è questa, sempre. Ed è questo il motivo della debolezza dei laici, incapaci di proporre qualcosa di veramente forte, in questa società addormentata dal consumismo e dalla libertà preparata a tavolino e in piena aderenza con le ricerche di mercato.
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