Come considerare, quindi, le ultime elezioni, da una prospettiva non omologata? C’è, intanto, una bella fetta di italiani ed europei che non vuole più sentir parlare di Europa e di regole europee. Ma questo è più di destra che di sinistra. Perché? Perché divide e non unisce. Precariato europeo incluso. Una bella fetta di italiani ed europei, credono di poter ritornare indietro a quando c’erano le svalutazioni competitive, il CAF (Craxi, Andreotti, Forlani, ndr.) e le baby pensioni della DC. I cittadini italiani ed europei desiderano un ritorno alla loro condizione infantile. Impossibile: indietro non si torna e davanti a noi ci sono tempi duri e grandi incognite.
In un contesto del genere stupivano i 10 punti di Tsipras, una serie di affermazioni apodittiche e perciò indimostrate, ad alto contenuto utopistico e fuorviante. Come classificare la puerile richiesta di porre fine all’austerità? Uno scivolone …culturale? L’attuale crisi non è un complotto, le statistiche sono inclementi con l’Italia che ha subìto una riduzione del suo potenziale industriale e commerciale, ed è difficile pensare che ci siano risorse in avanzo e stato sociale florido. Si può pensare ad una diversa ripartizione della ricchezza, certo, ma pur sempre di una ricchezza in diminuzione.
Inoltre, come considerare la notizia di una rinuncia di Barbara Spinelli, alla precedente rinuncia, del seggio di parlamentare europeo? C’è un comunista, uno di numero, che abbia voglia di avallarre questo progetto di De Benedetti-Scalfari-Repubblica-L’Espresso, chiamato Tsipras, riuscendo a reggere l’anticomunismo della Spinelli? Se c’è, si faccia avanti. Ma non ci sono più comunisti, è chiaro.
Questa storia di Tsipras è utopica e fuorviante come lo sono sempre state le infiltrazioni della cultura ipocrita di una certa parte della borghesia italiana.
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