La criminalità organizzata al nord che pure è presente, rischia di essere l’unico argomento a discolpa, il capro espiatorio di tutte le malefatte della classe politica ed imprenditoriale. Ieri l’altro Salvini ha dichiarato davanti alle telecamere che il suo partito non c’entrava un cazzo con la criminalità e voleva lo scioglimento della giunta regionale di cui Formigoni è presidente. In serata la Lega ha ritrovato l’accordo con lo stesso Formigoni.
È inutile ricordare che delle istituzioni serie avrebbero già debellato la criminalità. Ma in Italia siamo oltre la serietà: diversi politici ed amministratori pubblici si mettono in coda davanti agli sportelli della n’drangheta S.p.a. per aumentare il proprio potere economico e contrattuale. Ma: il caso del San Raffaele a chi lo imputiamo a quattro picciotti in vena di fare il colpo della loro vita? E lo scandalo del Santa Rita e l’inchiesta Why not….?
È, peraltro, risaputo che la Compagnia delle Opere ha messo in piedi da tempo un sistema perverso al fine di drenare soldi pubblici in attività private (la chiamavano sussidiarietà) solo a vantaggio dell’organizzazione e dei propri affiliati, con l’accordo di tutti i maggiori protagonisti della politica nazionale, PD incluso. Tuttavia, ci si scandalizza solo quando l’affiliazione la fanno i “calabresi”. Sicuramente c’è la n’drangheta, magari come braccio armato di numerosi e famelici colletti bianchi che stanno succhiando denaro pubblico. Ma si nasconde l’altro pezzo della storia.
E, comunque, non se ne parla: la Chiesa è intoccabile ed è per questo che Formigoni non se ne andrà o comunque, pur andandosene, rimarrà in zona. Perché dovrebbe, visto che ha fatto il suo dovere, ha lavorato bene per chi rappresenta?
In conclusione: state tranquilli, l’Italia non affronterà il problema della corruzione, né ora né mai. So per certo che, sul piano della corruzione, la nostra classe dirigente ha in animo di scavalcare la Colombia nella classifica del Guinness dei primati.
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