La categoria economica del debito, inteso come debito dello Stato cioè del capitalista collettivo, non è trascendente, astorica, naturale. Al contrario, è storicamente determinata dal sistema capitalistico stesso. Dove esso domina, anch’essa è presente.
Il problema del debito, periodicamente illuminato dai riflettori interessati dei media – che sono un settore della classe dominante il quale costruisce le cornici ideologiche della riproduzione del sistema stesso – non potrà mai essere risolto senza mettere mano al sistema capitalista nel suo insieme. Checché ne dica lavoce.info con tutti i suoi “autorevoli” opinionisti. Lo Stato, cioè il capitalista collettivo, per poter riprodurre i propri rapporti di produzione, non può esimersi dal creare una serie molteplice di servizi cosiddetti pubblici – pagati dai lavoratori attraverso l’estorsione del plusvalore – che servono, in ultima analisi, all’allargamento tendenziale della sua base economica.
Il capitalismo “puro”, dell’impresa privata, piccola o grande che sia, non è in grado di costruire ed allargare tale base sulla semplice estrazione di plusvalore nel rapporto di produzione, perciò crea il proprio rappresentante storico e strategico, lo Stato, che lo faccia reperendo i mezzi finanziari sul mercato attraverso metodi suppletivi quali le tasse (che in gran parte ricadono proprio sulla classe lavoratrice) e il rastrellamento di denari sotto forma di debito di cui controlla gli indici di redditività, assieme alle istituzioni internazionali similari, in modo monopolistico. Un ulteriore metodo per “fare cassa” è quello della stampa di cartamoneta che, però, non è più praticabile da quando siamo in Europa. Ma anche se lo fosse, chi vorrebbe veramente svalutare il valore della propria ricchezza?
Ovviamente, il potere della classe dominante esercitato dallo Stato non si rinsalda e riproduce solamente attraverso quelle “basi di civilizzazione” che sono i pubblici servizi ma anche, a pari merito, attraverso la distribuzione prebendizia di denaro pubblico ad amici, corruttori e concussi vari che, per mezzo di questi strumenti, rafforzano la loro alleanza di classe.
Il debito, poi, viene usato come arma di ricatto verso le classi subalterne che, da una parte, vengono chiamate a farsi carico di rafforzare le catene della propria schiavitù; dall’altra, nella guerra interna alla classe dominante, finalizzata alla divisione del bottino finanziario.
Potete, pertanto stare tranquilli: il debito non sparirà se non col capitalismo e ve lo ritroverete periodicamente tra le palle per disossarvi a tutto favore della cordata capitalistica vincente del momento.
Be the first to comment on "Note sulla questione del debito."