di Sergio Mauri
Com’era bella la carta
Aveva pure un odore
Oggi straniero,
Forse proibito.
Che bello era scoprire
Il pensiero di un altro
Che io non avevo forse pensato ancora
E avrei potuto non pensare mai.
Che belli erano quei giorni
Immersi nell’infinito
Contesto di pini e nubi
Attraverso un mondo che pensavi possibile
Attraverso una finestra inalterata nel tempo.
Che bello era essere posseduti
Dalla curiosità e dall’avidità
Di conoscere.
Chissà dove si sono nascoste:
in quei braccioli di poltrona,
in quei lumi bassi della notte,
in quella stanchezza che non stanca,
ma non ti lascia mai?