“Solo un dio ci può salvare”, diceva Martin Heidegger e le sue famose parole sono quanto mai attuali. L’omicidio di Alika Ogorchukwu, consumatosi a Civitanova Marche, ci informa che la violenza in Italia è sempre all’ordine del giorno. Non mi interessa sapere come sia potuto accadere che un operaio italiano di 32 anni sia venuto alle mani con un ambulante disabile nigeriano di 39 fino a ucciderlo a stampellate. Non scomoderò nemmeno le solite categorie nero/bianco, trentaduenne in forma/trentanovenne con stampella, sfigato italiano/sfigato nigeriano, autoctono/allogeno, italiano/immigrato, poiché altri lo faranno abbondantemente. Osserverò, tuttavia, alcune cose. 1) Nel parapiglia, nemmeno uno dei presenti si è messo tra i due contendenti per separarli. Si tira in ballo la paura di intervenire, la giustizia che non premia i virtuosi, eccetera. Tutte cose che hanno pure un senso. Anni fa, però, non sarebbe successo, di solito ci si metteva in mezzo a separare le persone che litigavano pesantemente. Cambiamento antropologico non nuovo, ma che si conferma. 2) Ulteriore commento di taglio antropologico consiste nell’osservare come, almeno qui da noi, cioè in Occidente, è per queste “ragioni” che si muore, non per finalità di altro tipo. Questo al netto di incidenti domestici e naturali (dove non c’entri l’uomo), poiché nemmeno morire in autostrada è poi un atto così neutro, come non lo è morire sul lavoro, sulla Marmolada, di malasanità e via discorrendo. 3) Sono certo che anche questo omicidio, oltre a riconfermare (utilmente per il potere) la separazione tra italiani e immigrati, fondamentalmente quelli razzializzati (neri, arabi, islamici in genere, orientali, non ucraini), servirà in campagna elettorale a confermare schieramenti e appartenenze di campo, riconfermando qui pregiudizi, mezze verità, civile imbarbarimento del paese, eccetera. 4) Ma si tratta semplicemente di un omicidio, ne avvengono ogni giorno in Italia! Appunto, proprio per questo i politici dovrebbero interessarsi di omicidi, di cui quest’ultimo è semplicemente l’ultimo atto in sequenza di una lunga serie. Dovrebbero proprio chiedersi cosa stia succedendo all’Italia. Invece niente, ammettono – indirettamente – la loro impotenza. 5) Oggi alle ore 10.27 del 30 luglio 2022 su Twitter i nostri più rappresentativi partiti e personaggi politici avevano parlato o no di questo omicidio? Vediamo: Conte: no; Di Maio: no; Renzi: no; Letta: si; Meloni: si (riflesso condizionato, direte. È probabile, però intanto….); Salvini: no; Calenda (quello che solo lui sa governare): no; Beppe Grillo: no; Papa Francesco: no (ha ben altre gatte da pelare!); Open: si; Partito Democratico: si attraverso la ripresa dei tweet di Quartapelle e Letta; Walter Veltroni: no; Di Battista: no; Taverna: no; Fico: no; M5S Europa: no; Bonino: no; Lerner: no; Toninelli: no; Rifondazione: no; Potere al Popolo: no; Partito Comunista: no; Sinistra Italiana: no; PCI: no; Orfini: si; Serracchiani: si. Si parla invece e per lo più delle “differenze” reciproche tra destra e sinistra, di “ombre russe”. 6) Proprio ieri ho letto della sentenza di assoluzione per tutti gli imputati dell’omicidio Mollicone, della sentenza per l’omicidio di Chiara Gualzetti, mentre nei giorni scorsi di quella per l’omicidio di Willy. E poi dell’omicidio Giunta, ulteriore prova dell’imbarbarimento italiano. La sentenza per l’omicidio Willy ha ancora tempo per essere modificata, tranquilli, non finisce così. Tuttavia, tutte queste “sentenze” non fanno che confermare il messaggio di impunità “a seconda dei casi”, di “scarsa severità nei confronti dei colpevoli”, mentre invece i perfetti innocenti vengono cancellati con ferocia dalla faccia della terra. Cittadini incazzati e assassini sono due reagenti di un processo, quello della crescente barbarie dell’Italia.
Sull’uccisione di Alika Ogorchukwu.
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