Ho scritto, tempo fa, che inseguire l’obiettivo del matrimonio etero, per gli omosessuali, non fosse un grande progetto, visto come il matrimonio etero è compromesso al giorno d’oggi. Questo era il senso del mio monito. Tuttavia, non mi fermerei a commentare la legge sulle unioni civili del 2016 che riguardano anche le coppie eterosessuali, la quale mi sembra pure il frutto di un labile compromesso con la parte più tradizionale del nostro paese. Legge peraltro “aggiornata” dalla sentenza della Corte Costituzionale dell’8 luglio 2022 che riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Mi spingo invece a dichiararmi a favore del matrimonio tra omosessuali, emendando totalmente la mia posizione precedente fondata sui dubbi intorno all’istituzione del matrimonio. Ecco perché.
-Da tutta la discussione in merito alle unioni tra omosessuali è sempre stato estromesso l’unico punto di riferimento da tener presente: l’amore. E non a caso. Si finge di non sapere che si può amare anche una persona dello stesso sesso.
-Nel nostro tempo non si può scindere l’amore dal capire. L’invito evangelico che dice “ama il prossimo tuo come te stesso” va integrato con un “capisci il prossimo tuo come te stesso”. Altrimenti l’amore è un fatto mistico e disumano.
-Se il mondo cattolico o gli italiani (di qualsiasi colore politico) considerano che l’istituto della famiglia in questo modo sarebbe svilito o distrutto, rispondo che: al vero credente non passa nemmeno per la testa che l’oggetto della sua credenza possa essere distrutto. Esso è ontologicamente, per definizione, indistruttibile. Che se ha paura di venire distrutto vuol dire che ha la coscienza sporca: e sente di meritare di essere distrutto.
-Le parole di disapprovazione , anche violente, pronunciate contro il mondo omosessuale da parte di politici, giornalisti, opinionisti, denota la cattiveria di chi ha perso totalmente di vista il Vangelo e ha trasformato la religione in ideologia conservatrice, facendo dei suoi dettami morali una precettistica intollerante e oscurantista. Questa cattiveria consiste nel negare se stessi al reale , nel rifiuto della razionalità, della logica e soprattutto dell’amore.
-Secondo le regole teologiche il prete, davanti ad una coppia che si sposa, ha l’unica valenza di essere testimone dell’amore che tra loro intercorre. Nulla di più: non ha altri poteri.
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