Operazione Piombo Fuso 2.

Carro armato dell'IDF
L'Operazione Piombo Fuso è stata una campagna militare condotta dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, avviata il 27 dicembre 2008 e conclusa il 18 gennaio 2009. Questa operazione è stata motivata dalla necessità di rispondere ai ripetuti lanci di razzi Qassam da parte di Hamas verso il territorio israeliano, che avevano causato morti e feriti tra la popolazione civile.

È già iniziata una nuova operazione contro Gaza, per la quale basta il pretesto che i palestinesi vogliano difendersi e non semplicemente suicidarsi. L’operazione, tuttavia, ha ricevuto la benedizione di Obama . Russia Today parla di un richiamo dei riservisti israeliani pronti per un’invasione di Gaza mentre provengono minacciosi tweets dall’account della IDF (le forze di difesa israeliane) in direzione di Hamas. Contemporaneamente si susseguono dimostrazioni davanti all’abitazione di Ehud Barack, ministro della difesa israeliano, a Tel Aviv, in cui si grida, giustamente, “soldi per il welfare, non per la guerra”.

Razzi Kassam sono stati lanciati dalla Striscia verso Israele e si contano tre morti. È, tuttavia, istruttivo ripubblicare ciò che scrissi durante l’operazione Piombo Fuso 1, circa 4 anni fa, anche per capire quali strade si ripercorreranno in questa seconda puntata della guerra.

Sources: Infopal, ABC News

Nessun combattente di Hamas fra quei 40 morti.

È il risultato dell’inchiesta degli investigatori dell’ONU sul grave incidente del bombardamento israeliano. Ma, indipendentemente da questo, gli israeliani dovrebbero ritirarsi comunque dalla Striscia di Gaza, un territorio dal quale dissero di essersi ritirati, non appartenente alla loro giurisdizione, ma al quale hanno per anni stretto un cappio al collo imponendo un severo blocco economico, come solo loro sanno fare. Ora, “coerentemente”…se appunto si può parlare di coerenza piuttosto che di vile ferocia impediscono alle ambulanze di uscire dagli ospedali, come da ultimi report su Infopal.

E meno male che ci hanno riempito la testa, compresi quei reazionari dei radicali, su Israele “meno peggio” dei governi “autocratici, dittatoriali, teocratici” dei loro vicini arabi. Peccato che, quando i palestinesi hanno applicato un po’ di democrazia eleggendo Hamas, la cosa non sia valsa ad un caxxo… E peccato che anche in Israele una destra conservatrice, religiosa e per certi versi radicale si faccia sempre più strada e forse non ha nemmeno ultimato il suo processo di allargamento del consenso. L’integralismo religioso ebraico, infatti, è una forza religiosa con la quale tutti i governi devono fare i conti. Ma la cosa più imbarazzante per Israele e il nostro Occidente é quella di provare a spiegarci dettagliatamente qui e ora l’uso che di Hamas fu fatto in chiave anti-Fatah, prima ancora di sentir parlare di Abu Mazen e compagnia bella e quando la “road map” sembrava potesse veramente esserci. Un nemico ci voleva e se non c’era bisognava crearselo, anche se di nome faceva, appunto, Hamas. Tanto meglio, l’investimento avrebbe dato i suoi frutti.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.

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