di Sergio Mauri
Seguo poco la TV, ma qualche volta mi ritrovo a seguire dei talk-show politici. E, in Italia, ce ne sono parecchi. La politica, come il calcio, è molto presente nel nostro paese. Più come chiacchiera da Bar Sport che non come valida e costruttiva dialettica di idee e, soprattutto, di fatti da verificare. Come muro da alzare nei confronti degli altri per non cambiare un cazzo.
Tranquilli, tutti vogliono il cambiamento, ma nessuno di questi ti dice quattro cose in croce circa la sostanza di cui questo cambiamento sarebbe costituito. Allora quattro cose le vorrei dire io: il potere deve averlo chi lavora (quindi politici, burocrati e preti non credo facciano parte della categoria) e i disoccupati organizzati in appositi organismi consiliari a sostituire il Parlamento; nazionalizzazione di tutte le aziende e le banche; assunzione immediata di tutte le persone in età da lavoro; eliminazione di tutte le sperequazioni salariali; programma economico incentrato sulla produzione (in senso onnicomprensivo) di beni necessari: infrastrutture, sanità, scuola, casa e così via…..
Troppo? Certamente si, per tutti coloro che pensano ancora che le urne siano il punto centrale del fare politica.
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