Martin Heidegger, uno dei filosofi più influenti del XX secolo, ha dedicato un’importante opera al pensiero di Parmenide, intitolata semplicemente Parmenide. In questo lavoro, Heidegger esplora il poema Sulla natura di Parmenide, che è considerato un testo fondamentale per l’ontologia e la filosofia occidentale.
Parmenide, vissuto nel VI secolo a.C., è noto per aver affermato la realtà dell’Essere come immutabile e eterno, contrapposta alla visione del divenire di Eraclito. La sua idea centrale è che “ciò che è” non può non essere, e ogni cambiamento percepito è illusorio. Parmenide sostiene che l’Essere è unico, omogeneo e immobile, e che la molteplicità del mondo fisico è una mera illusione.
Nel suo corso universitario del 1942/43, Heidegger affronta il pensiero parmenideo come un punto di partenza per comprendere la filosofia occidentale. Egli interpreta il frammento 3 del poema parmenideo, dove si afferma che “il pensare e l’essere sono la stessa cosa”. Questo porta Heidegger a rielaborare il concetto di identità attraverso la lente del Dasein, il termine heideggeriano per designare l’esistenza umana in relazione all’essere.
Concetti Chiave.
- Vernehmung: rappresenta la comprensione e l’interpretazione dell’Essere. Heidegger utilizza questo concetto per sottolineare che il pensiero umano deve essere in relazione diretta con l’essere stesso.
- Zusammengehörig: indica l’unità tra pensare ed essere. Secondo Heidegger, questa connessione è essenziale per comprendere il significato dell’esistenza umana nel contesto della storia e della temporalità.
Heidegger critica le interpretazioni tradizionali della filosofia parmenidea, sostenendo che non si può ridurre il pensiero di Parmenide a una semplice affermazione ontologica. Invece, egli invita a considerare il messaggio parmenideo come un invito a riflettere sulla condizione esistenziale dell’uomo in relazione all’essere e alla storia.
L’opera di Heidegger su Parmenide non solo offre una nuova lettura del filosofo greco, ma pone anche interrogativi fondamentali sulla natura della verità, dell’essere e dell’esistenza umana. Attraverso questa interpretazione, Heidegger cerca di ricollegare la filosofia contemporanea alle sue radici antiche, evidenziando l’importanza del pensiero parmenideo nel contesto della tradizione filosofica occidentale
Parmenide (1942-1943)
A p. 268 Heidegger spiega bene l’apertura. Lo svelato in quanto tale è salvato “nell’aperto dell’essere, nel senza fondo”. Esclusivamente è quell’ente per cui l’essere si apre nella radura. Dall’essere dipende la svelatezza dell’ente. L’aperto è l’essere stesso e riguarda solo l’uomo.
Analisi della VIII delle Elegie Duinesi di Rilke: illimitato (qualità) come passaggio di ente in ente, dimenticando la differenza ontologica. L’essenza dell’uomo è l’apertura, dice Heidegger, che è l’esatto opposto di ciò che intende Rilke.
Rilke: l’illimitato è il mare infinito. Heidegger: Lichtung è ciò che si dischiude e permette l’accesso all’ente. Il primato è del velare sullo svelare (Heidegger). Per Rilke l’animale (zoon alogon) è superiore all’uomo. In Rilke abbiamo un ribaltamento del pensiero occidentale, ma rimane all’interno della metafisica tradizionale, cioè quella di un soggetto che si pone davanti agli oggetti.